Genova – Sono giorni in cui si parla tanto di tagli alla sanità e definanziamento pubblico, ma la crisi di sostenibilità del SSN non è un problema esclusivamente di alta finanza, anzi passa anche da cose più piccole, meno visibili e che tuttavia sottraggono ugualmente tempo e risorse agli utenti.
Ma andiamo con ordine.
Nel 2016 la Procura della Corte dei Conti avvia un’inchiesta all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova. L’indagine porta alla contestazione di un danno di 456.391,14 euro al Policlinico dovuto all’esecuzione da parte degli operatori del Laboratorio di Analisi, 116 persone tra infermieri, tecnici e lo stesso Direttore del laboratorio, di esami clinici gratis a parenti, amici e conoscenti.
La tattica era quella di accedere abusivamente al sistema informatico dell’ospedale per far passare l’accettazione del campione biologico come fosse da paziente ricoverato e poi bypassare la rendicontazione per nascondere i costi all’Amministrazione sanitaria.
La Corte dei Conti, nel 2017, ha condannato i 37 responsabili che avevano cagionato il danno maggiore a un risarcimento che sfiorava i 96.000 euro. Lo spesso Policlinico, a seguito di un’indagine interna, aveva recuperato altri 87.315,21 euro incassati da dipendenti ladruncoli “per ulteriori fattispecie illecite simili ma relative a un diverso periodo“.
Un vizietto tanto difficile da eliminare che oggi, a distanza di pochissimo tempo e nel medesimo ospedale, vengono realizzate identiche condotte illecite nonostante le condanne della Corte dei Conti e nonostante i risarcimenti versati dai responsabili.
Questa volta, e ormai l’indagine dei NAS genovesi è in fase di chiusura, nella regalia di analisi sono coinvolti 649 dipendenti ai quali se ne sono aggiunti altri 200, che sono sotto la lente della Procura in qualità di fruitori delle prestazioni. E parliamo di 58.217 esami clinici irregolari.
Di più. Nella maxi inchiesta, gli inquirenti hanno ritrovato a rubare anche alcuni furbetti già condannati la prima volta.
“Il San Martino è fuori governo”, esplode il Procuratore regionale Claudio Mori nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il 2 aprile scorso, e snocciola i dati a conferma della criticità della situazione: “Se consideriamo che i dipendenti presunti responsabili di fatti illeciti sono circa 850, rispetto a un organico che ne conta 4.588, significa che il 18,5% del personale in servizio, e cioè 1/5, tra il 2016 e il 2017 ha commesso fatti illeciti“.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.