Genova – Sarebbero attive su tutto il territorio ligure, da Ventimiglia a Sarzana, le squadre Gsat, cioè i Gruppi strutturati di assistenza territoriale costituiti in ciascuna Asl e formati da un medico di continuità assistenziale (guardia medica) e un infermiere, per garantire l’assistenza domiciliare ai pazienti affetti da coronavirus senza sintomi di rilievo in isolamento al proprio domicilio.
“Il nostro obiettivo è potenziare ancora la risposta territoriale all’emergenza coronavirus, in sinergia con il lavoro dei medici di medicina generale”, dichiara l’assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale, che poi precisa come l’operatività delle squadre “dipende dalla disponibilità dei Dpi, non solo delle mascherine che la Liguria ha acquistato in gran parte autonomamente, ma anche guanti, sovra scarpe e soprattutto i camici. Questi ultimi rappresentano una criticità anche a livello nazionale che come Regione stiamo cercando di risolvere in ogni modo, acquistandoli anche all’estero”.
Su valutazione del medico di base, i Gsat operano anche in supporto alle “squadre tamponi”, che intervengono nei confronti di soggetti al domicilio segnalati dai servizi di Igiene e prevenzione aziendali, sia per effettuare i tamponi che accertano la positività sia, nella fase conclusiva della malattia, per eseguire i due tamponi previsti dalla normativa nazionale: se entrambi negativi, viene certificata la guarigione, consentendo l’uscita dall’isolamento. In particolare, per quanto riguarda nella Asl1 ci sono 6 “squadre tampone” e una Gsat, nella Asl2 4 Gsat, in Asl4 ci sono 4 Gsat, mentre in Asl5 stanno operando 3 Gsat, uno dei quali con l’ambulatorio mobile, e sono stati avviati i tamponi ‘drive through’. Infine, nell’area metropolitana genovese, ci sono 5 squadre Gsat, 8 “squadre tampone”, e sono stati avviati i tamponi ‘drive through’.
COSA SONO I TAMPONI “DRIVE THROUGH”?
Avviati ieri alla Fiera del Mare di Genova, i tamponi ‘drive through’ servono ad accelerare l’accertamento della negatività per consentire, in base alle disposizioni nazionali vigenti, il rientro al lavoro di cittadini che, già positivi al coronavirus, siano in quarantena presso il proprio domicilio e risultino clinicamente guariti e asintomatici.
A individuare i pazienti da sottoporre a questa procedura sono le Asl di competenza che li stanno contattando per offrire loro l’opportunità di eseguire il test in giorni e luoghi predeterminati con questa modalità: rimanendo a bordo della propria auto per poi rientrare immediatamente al domicilio dove attendere l’esito dell’accertamento.
“Questa modalità – spiega Luigi Carlo Bottaro, direttore Generale della Asl3 – consente di ridurre il rischio biologico per gli operatori sanitari che eseguono i tamponi, di ridurre il consumo di dispositivi di protezione individuale e, soprattutto, di eseguire un numero molto elevato di tamponi a soggetti individuati dalle Asl, da circa 80 giornalieri sino a 300. Vengono annullati, di fatto, i tempi per lo spostamento al domicilio degli operatori sanitari, una procedura che richiede tempi molto più lunghi e l’utilizzo di un numero maggiore di Dpi da sostituire ad ogni accesso”.
“Invitiamo i cittadini a non telefonare ai servizi per chiedere di essere inseriti negli elenchi degli appuntamenti – aggiunge la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale – che saranno programmati dalle singole aziende. Non sarà possibile presentarsi in accesso diretto, senza avere ricevuto un appuntamento: chi lo facesse rischierebbe di incorrere nelle sanzioni previste in caso di accertamento da parte delle forze dell’ordine e della polizia locale”.
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