Milano – Tornato a riunirsi per la seconda volta dal 25 settembre il Consiglio regionale lombardo, il governatore Attilio Fontana, sotto pressione per la gestione della pandemia da Covid e dopo aver avuto l’ispezione della Guardia di Finanza in alcuni uffici regionali, ha proposto maggiori investimenti in campo sanitario.
“Dobbiamo investire di più nella sanità” ha annunciato e poi, senza rinunciare alla polemica con il governo che lo ha contraddistinto in questi giorni, ha aggiunto: “I primi investimenti vanno fatti sul personale: da tempo dicevamo che volevamo assumere più infermieri, ma una sciagurata legge nazionale ci imponeva di ridurre la somma destinata al personale. Se avessimo avuto il personale che abbiamo oggi, forse non avremmo stressato al massimo la situazione dei nostri medici e infermieri.”
Primo atto l’assunzione a tempo indeterminato di quel personale sanitario precario che si è messo a disposizione nella lotta al virus: “Si dovranno stabilizzare 2500 medici e infermieri che hanno dato la disponibilità a collaborare in questo momento”, ha proseguito Fontana. Chi, quando e come al momento, ovviamente, non è dato saperlo.
“Dobbiamo investire di più nella sanità” ha annunciato e poi, senza rinunciare alla polemica con il governo che lo ha contraddistinto in questi giorni, ha aggiunto: “I primi investimenti vanno fatti sul personale: da tempo dicevamo che volevamo assumere più infermieri, ma una sciagurata legge nazionale ci imponeva di ridurre la somma destinata al personale. Se avessimo avuto il personale che abbiamo oggi, forse non avremmo stressato al massimo la situazione dei nostri medici e infermieri.”
Primo atto l’assunzione a tempo indeterminato di quel personale sanitario precario che si è messo a disposizione nella lotta al virus: “Si dovranno stabilizzare 2500 medici e infermieri che hanno dato la disponibilità a collaborare in questo momento”, ha proseguito Fontana. Chi, quando e come al momento, ovviamente, non è dato saperlo.
Secondo un rapporto dell’istituto indipendente di ricerca GIMBE, negli ultimi 10 anni sono stati tagliati a livello nazionale 37 miliardi al comparto Sanità: 25 nel periodo 2010 – 2015, i restanti ad oggi. Questo si è tramutato soprattutto in tagli al personale che, secondo l’ufficio parlamentare di bilancio, si sono concretizzati nella perdita di 42 mila professionisti a tempo indeterminato. A creare carenza di personale, però, come si è visto in questi giorni quando sono stati impiegati anche medici neolaureati, sono anche le regole d’ingresso alle scuole di specializzazione. Secondo Quotidiano sanità, per effetto del decreto Quota 100 e il tappo d’ingresso alle specializzazioni, mancheranno da qui al 2025 almeno 16.500 medici (che diventano 45 mila nella stima della Federazione medici di medicina generale).
Il bilancio di previsione della Regione Lombardia prevede per il biennio 2020-2022 lo stanziamento di 19 miliardi, dove il 40% della spesa corrente è destinato alle strutture private. In questi giorni il peso della lotta al Coronavirus è caduto soprattutto sulle spalle del pubblico, come ha candidamente ammesso Regione Lombardia, nell’infografica pubblicitaria pubblicata a pagamento sulle testate nazionali.
A confermarlo anche la delibera regionale XI/2906 dell’8 marzo scorso, che ha riorganizzato l’intera accoglienza sanitaria, istituendo degli hub ospedalieri per pazienti Covid-19, posti quasi interamente in strutture pubbliche, seppur anche il privato accreditato è stato chiamato a contribuire. Chi, quando e come beneficerà dunque di questi investimenti annunciati sarà da vedere.