Solo pochi giorni fa, in polemica con il decreto del governo, il governatore della Lombardia Attilio Fontana vietava l’apertura delle librerie su suolo Lombardo. Troppo pericoloso, troppo presto. Oggi, durante il Consiglio regionale, Fontana ha ipotizzato una “ripresa graduale” delle attività, confidando nella teoria non provata che il caldo possa rallentare il virus.
Una nota ufficiale era già stata inviata ieri al governo con la richiesta di “dare il via libera alle attività produttive” a partire dal 4 maggio. Uno slancio in avanti nei confronti di Palazzo Chigi che poi si è tramutata in “una graduale ripresa delle attività ordinarie che sarà concordata con il governo”.
La ripartenza avverrebbe sotto l’egida delle “4D”: distanza, dispositivi di prevenzione, digitalizzazione e diagnosi. Un programma che al momento è stato bollato dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, anche lui da sempre ansioso di ripartire, come “uno slogan”, dal momento che i presidi di protezione ancora non si vedono, a meno di non usare sciarpe al posto delle mascherine come già indicato, ne’ tantomeno i test sierologici. Oltre Al problema di riuscire a garantire il distanziamento sui mezzi pubblici e sui treni regionali, che trasportano i pendolari.
Un programma vero proprio su come ripartire ancora non c’è ed è stato annunciato da domani un tavolo di lavoro regionale, allargato anche ai capigruppo. Per ora le indicazioni sono quelle di spalmare la settimana lavorativa su 7 giorni anziché su 5, con diversi orari d’inizio.
Quali le ragioni che stanno dietro al repentino cambiamento d’idea del governatore della Lombardia, visto che i dati sulla diffusione del contagio ancora oggi segnano 941 casi nuovi di contagio in tutte le province, 235 decessi, e situazioni molto preoccupanti per Milano e Brescia?
Tra il faceto e il sornione il sindaco Sala ipotizza nel suo video quotidiano alla città, che ci sia stata una direttiva da Matteo Salvini, a cui i vertici di Regione Lombardia si sono subito adeguati, per andare incontro a quanti sono sono stanchi di stare in casa ( fra questi, i vertici di confindustria).
Fra i malpensanti serpeggia l’idea che dopo l’apertura di inchieste sulle RSA, Trivulzio in testa, e la Guardia di Finanza negli uffici di Regione Lombardia, Fontana avesse bisogno di distrarre l’attenzione mediatica se, come ha dichiarato il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia: “Fontana fa parte della cabina di regia nazionale se vuole fare delle proposte, quello è il luogo istituzionale per farle “.