Milano – “È molto importante che ci sia un segnale perché in quest’enorme tragedia queste persone non avevano nessuno che poteva occuparsi di loro quindi il Comune di Milano ha voluto garantire loro uno spazio e una sepoltura con grande dignità”.
Così l’assessore ai Servizi Civici e Trasformazione digitale del Comune di Milano, Roberta Cocco, ha parlato della decisione dell’amministrazione di garantire sepoltura, in un apposito campo del Cimitero Maggiore, ai morti per Coronavirus che nessun parente ha reclamato.
L’assessore ha parlato con la stampa nel corso di un sopralluogo al cimitero dopo le celebrazioni per i caduti della Liberazione, smentendo le voci sulle fosse comuni: “Ci tengo a dire una cosa: purtroppo ho sentito parlare di fosse comuni, non è così – ha precisato l’assessore – perché ogni persona ha un cippo con il nome e ogni salma viene sepolta singolarmente“.
Attualmente al campo dedicato del Cimitero Maggiore sono sepolte 61 persone, si tratta di “un campo molto grande e potremmo arrivare addirittura fino a 600 sepolture cosa che ovviamente non ci auguriamo – ha detto -. Però abbiamo spazio per le sepolture che affronteremo nei prossimi giorni e settimane. Noi abbiamo iniziato da subito quando abbiamo visto che i numeri crescevano. E con l’ordinanza del sindaco, che riduceva da 30 a 5, i giorni le sepolture subito dopo i decessi era necessario avere un luogo che ci permettesse di operare le sepolture nel tempo minore possibile”.
Nel campo 87 sono sepolti “coloro che vista l’emergenza non avevano dei familiari che disponessero la sepoltura. Magari persone davvero senza famiglia o senza parenti, o persone i cui parenti in questo momento potevano trovarsi in ospedale, in rianimazione oppure persone che hanno
le famiglie lontane”, ha spiegato ancora l’assessore Cocco.
“Abbiamo voluto dedicare un campo affinché le sepolture fossero dignitose, ciascuna persona ha una croce con il proprio nome e questo campo verrà poi finito ad erba e rimarrà per queste persone. Se poi le famiglie desiderassero avere notizie o si facessero vive c’è l’ufficio del Comune che potrà dare tutte le indicazioni. Le persone sepolte qui, dovranno restarci per due anni per ragioni sanitarie e poi, in base ai desideri della famiglia, potranno essere esumate o cremate”, ha concluso.