Roma – La “fotografia” di come l’Italia ha risposto all’emergenza Coronavirus è stata scattata da Bankitalia, e inserita in un documento che si chiama “Contrastare l’emergenza. L’espansione della capacità produttiva del sistema sanitario italiano: progressi conseguiti”.
Emerge un servizio sanitario nazionale le cui risorse e capacità produttiva “non erano disegnate” per fronteggiare un’epidemia su larga scala come quella del Covid-19, ma che “ha reagito velocemente”, assumendo personale e integrando le terapie intensive.
Per quanto riguarda i tamponi, tuttavia, in base ai dati di Protezione Civile e ISTAT le percentuali dei test effettuati sono salite ovunque, anche se tardivamente aggiungiamo noi, eppure perfino nelle regioni più virtuose, Veneto e Trentino Alto Adige, non si allontanano dal 4% della popolazione abitante (1,3% nel Lazio e 0,7% in Campania).
“Prima della crisi da Coronavirus – si legge nel documento – i letti in terapia intensiva erano circa 5.300. Durante la crisi sono stati aggiunti circa 3.360 posti (+65%). Con l’aumento programmato di ulteriori 2.400 letti (+30%) si dovrebbe più che raddoppiare la capacità complessiva”. Anche se l’aumento è concentrato nel Centro-Nord.
Rispetto alle 5.172 unità del personale sanitario a tempo indeterminato censite nel periodo pre crisi – prosegue lo studio – il Governo ha disposto risorse per 20.000 nuove assunzioni (prevalentemente a tempo determinato), un +3,5% della forza lavoro sanitaria, crescita “significativa” se confrontata con la riduzione di più del 2% nell’ultimo quinquennio.
Leggi anche:
https://fivedabliu.it/2020/04/05/covid-19-lepidemia-che-ha-messo-a-nudo-tutti-i-guai-di-una-sanita-gia-malata/
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta