Oltre sei settimane di quarantena e tanta voglia di “tornare alla normalità”.
Sono sempre di più gli italiani in periferia che, infrangendo norme e decreti, cercano di anticipare la fine del lockdown scendendo in strada. Una voglia esasperata di evadere dalle proprie case senza “motivi di urgenza o necessità” e nonostante i posti di blocco, i pattugliamenti e le verifiche delle forze dell’ordine che, dall’11 marzo a oggi, hanno effettuato controlli su oltre 10 milioni di persone. E solo nelle ultime 24 ore altre 9mila si sono aggiunte a quelle sanzionate.
Tra autocertificazioni improbabili e fughe continue per i bisogni dei propri cani, non sono più solo gli appassionati di jogging dell’ultima ora a tornare a popolare parchi e luoghi pubblici. Pur di uscire dalle proprie abitazioni, in tanti passeggiano nei centri commerciali, con i negozi praticamente tutti chiusi. E così le strade, in particolare quelle della provincia, cominciano ad essere meno deserte di prima.
Gli unici luoghi ancora silenziosi e completamente vuoti sono i centri storici delle grandi città.
STORIE DA LOCKDOWN
E sono tante le scuse sulle autocertificazioni, da chi dice di non essere informato a chi non considera violazione essere andato a casa di un parente per pranzare, chi va a fare sport a distanza di chilometri “per rilassarsi” fino a chi ha già ripreso a lavorare, ma su ordinazione.
Come un motociclista che nelle ultime ore è stato fermato a fare motocross nel Siracusano o un barbiere foggiano che è stato pizzicato a casa di un detenuto agli arresti domiciliari, durante un controllo di routine dei carabinieri che, incuriositi dai ciuffi di capelli sul pavimento, hanno poi trovato il parrucchiere nascosto nel box doccia. In provincia di Pistoia invece in 12 si stavano intrattenendo a cena in un circolo di pescatori per assaggiare il pesce pescato. E si moltiplicano anche gli insulti sui social nei confronti delle forze dell’ordine che eseguono i controlli. Gli ultimi ad essere denunciati per questo sono stati un 47enne e un 50enne del Reggiano, nei confronti dei quali sono ora scattate le accuse di diffamazione dei carabinieri, per i loro commenti su Facebook.
COSA DICE LA PSICOLOGA?
“Si rileva un dato di stanchezza, che riguarda un esaurimento delle risorse che possiamo aver messo in atto – spiega Alessandra Lucia Meda, psicologa coinvolta nella task force del Miur nata per l’emergenza Covid – . Il problema è che non si sa più bene cosa fare a casa e su questo non c’è un profilo di età o sesso. Piuttosto dipende da quanto siamo stati abituati in precedenza a fare i conti con noi stessi, e se siamo in grado di attivare risorse creative per superare una tensione o di reinventarci nell’emergenza o durante un evento stressante. Tutto dipende dalla capacità introspettiva: più se ne ha e più si riesce a tenere duro in una situazione del genere”.
Per l’esperta, che in questi giorni di lockdown assiste con un numero verde chi ha bisogno di sostegno psicologico, “tra gli elementi che ci portano a desistere c’è sicuramente il fatto di aver fatto prevalere l’aspettativa, che ci mette col tempo in una posizione di frustrazione e ci fa desistere, superando anche il deterrente della multa. Ma c’è anche un altro aspetto: in questi giorni sto ricevendo telefonate di utenti che sono passati dall’idea che tutto andasse male durante la quarantena fino alla paura, ora, di cosa succederà alla riapertura“.
Il tempo dei canti al balcone sembra essere archiviato come una parentesi romantica nell’incubo del Covid. E alcuni puntano arbitrariamente ad anticipare la fine del lockdown, rischiando però l’effetto inverso: riportare indietro le lancette della pandemia.
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