Genova – La domanda giusta non è come né quando. La domanda giusta è “siamo davvero pronti per la fase 2?”.
I numeri della Liguria farebbero pensare di no.
Quinta regione italiana per il tasso di mortalità cumulativa (77,06), cioè il totale dei decessi per residenti dall’inizio dell’epidemia, la Liguria è stata prima in classifica nel macabro conteggio del tasso di mortalità giornaliera del primo maggio e seconda in quello del 2: in questo ponte di festa la nostra regione ha fatto registrare un segno più nel numero dei decessi, rispettivamente del +17 e del +11.
Non solo.
Secondo le rilevazioni di Protezione Civile e ISTAT, elaborate da Valerio Gennaro e Claudio Seccia di Medici per l’Ambiente (ISDE), in entrambe le giornate lo stesso tasso era più del doppio di quello italiano: il dato grezzo parla dell’1,10 contro lo 0,45 per il primo maggio, e dello 0,71 contro lo 0,32 per il 2.
Sono dati che preoccupano in vista della ripartenza di domani, anche in relazione all’innalzamento del numero dei contagi: secondo le tabelle della “Ripartizione dei contagiati per provincia” del Ministero della Salute, infatti, tra il primo e il 2 maggio la nostra regione ha visto un incremento di 186 positivi. Si tratta di un valore che ci colloca al quarto posto in Italia dopo Lombardia (+533), Piemonte (+495) ed Emilia Romagna (+206) e subito sopra al Veneto (+146).
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.