A RISCHIO IL MARE FRA TOSCANA, SARDEGNA, LIGURIA E COSTA AZZURRA
Piombino – Disperse ormai cinque anni fa dalla motonave Ivy al largo di Piombino, nei fondali del mar Tirreno, 56 ecoballe di plastica compressa destinate all’incenerimento si stanno sfaldando nel bel mezzo del Santuario Pelagos, a 50 metri di profondità.
LA VICENDA
Il timer della bomba ecologica si accende nel luglio del 2015, quando la motonave Ivy diretta a Varna, sul Mar Nero, perse parte del suo carico. L’incidente fu nascosto per circa tre anni e solo dopo una serie di segnalazioni sulla quantità anomala di marine litter, e le indagini di Arpa Toscana, si riuscì a risalire all’episodio. Nell’estate dell’anno scorso, con la nomina governativa a Commissario del Contrammiraglio
Aurelio Caligiore, capo del Reparto Ambientale Marino delle Capitanerie di Porto presso il Ministero dell’Ambiente, sembrava che finalmente la vicenda potesse trovare una soluzione e invece il provvedimento di incarico è stato recentemente impugnato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha ravvisato gli estremi per un conflitto d’interesse.
Su questo contenzioso si è arenato il recupero delle ecoballe che nel frattempo, a detta dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), continuano a inquinare i fondali del mar Tirreno.
“L’Istituto – si legge nella lettera dell’ISPRA – si è espresso unanimemente circa l’indifferibilità della messa in opera di ogni azione che possa contribuire al recupero dei materiali dispersi, in tempi certi e il più presto possibile, pena un costante aggravio dell’inquinamento in atto”.
MARE A RISCHIO
La porzione di mare interessata dalla dispersione di ecoballe si trova in pieno Santuario Pelagos, nel Parco marino internazionale dei mammiferi marini che corre fra Toscana, Sardegna, Liguria e Costa Azzurra, a ridosso dell’isolotto di Cerboli, Zona A di protezione integrale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, una delle porzioni di mare più interessate dalla presenza di rifiuti plastici. È inoltre di qualche settimana fa lo studio pubblicato su Science e curato dall’Università di Manchester, Durham e Brema in collaborazione con il National Oceanography Centre (NOC) e l’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (IFREMER), che ha evidenziato come i fondali del Mar Tirreno siano tra i più interessati da microplastiche al mondo.
L’APPELLO DI LEGAMBIENTE
È una disperata richiesta di aiuto quella che Legambiente ha inviato al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa su questa vicenda delle ecoballe che proprio non sembra trovare una soluzione: “Basta palleggio di responsabilità. Serve un intervento con la massima sollecitudine per risolvere l’attuale situazione di stallo”,scrive l’associazione ambientalista.
“La nostra associazione – dichiara il suo presidente nazionale, Stefano Ciafani – ha collaborato fattivamente in questi anni al raggiungimento di importanti risultati per favorire la pratica del plastic free, soprattutto in territori e litorali importanti e delicati come quelli in questione. Sarebbe imperdonabile che di fronte a una tale emergenza e a una sensibilità così diffusa nei confronti di questa tematica, la risposta dell’Amministrazione Centrale si risolvesse in un palleggio di responsabilità fra diversi soggetti che non ha sortito alcun risultato apprezzabile addirittura in un intero lustro”.
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