Si riparte
Lunedì 18 giugno è la data di ripartenza dell’economia italiana e il ritorno, più o meno, alla vita “normale”. Il primo dato viene dalla Borsa con una domanda di 700 milioni per il BTP ITALIA per contribuire alle spese dello Stato per il Coronavirus. Le borse europee respirano ottimismo e aprono in rialzo con Londra che guadagna il 2,14%, Parigi l’1,94% e Francoforte il 2,37% . Milano vede il segno più sin dalle prime contrattazioni.
Oggi il Decreto Rilancio dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventerà legge , ma l’attesa è per il prossimo Decreto Semplificazioni che dovrebbe attenuare l’impatto della burocrazia nei comparti produttivi, soprattutto quelli riguardanti le grandi opere pubbliche. Siamo tutti in ansia, anche la criminalità organizzata.
Ma nel paese cattolico per eccellenza bisogna anche rilevare che i pellegrini sono tornati, e dopo ben 69 giorni ha riaperto al pubblico anche la Basilica di San Pietro. Papa Francesco ha celebrato la messa delle 7.00 in ricordo del centenario della nascita di san Giovanni Paolo II. Per chi entra nella basilica, controllo della temperatura e percorsi tracciati. Ma la ripartenza su cui c’era maggiore attesa è quella relativa a negozi, ristoranti, bar dopo mesi di lockdown. Presi d’assalto i parrucchieri. Da oggi spiagge aperte in Sardegna ma resta la quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi arriva sull’isola. La Sardegna punta ad essere la prima regione Covid-Free in Italia e pensa una sorta di passaporto sanitario, che permetta ai turisti di godersi il soggiorno senza pensieri, naturalmente dopo aver fatto il tampone.
Il Ruolo dell’Europa e il Recovery Fund
La situazione economica generale è allarmante e un ruolo decisivo verrà giocato dal Governo in Europa dove capiremo presto se i ministri dell’economia arriveranno a una sintesi perchè , ad oggi, l’intesa sull’ampiezza dei provvedimenti sembra ancora lontana. Anche in questo caso il problema sembra essere il distacco tra i paesi del Sud Europa,con Francia e Italia in testa, che richiedono almeno 1.000 miliardi da destinare per metà in sovvenzioni a fondo perduto, e naturalmente il Nord Europa con Finlandia, Olanda, Danimarca, Svezia e Austria che pensano a cifre nettamente più basse e sotto forma di prestito. Una volta tanto l’Italia non subirà richiami dall’Europa sul debito visto che il patto di stabilità è sospeso. E se ci rendessimo conto che in effetti questo capestro ha fatto più danni che altro?
Ma oggi pensiamo al rito dell’espresso, e speriamo che vada tutto per il verso giusto.
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