Milano – Un preside in pensione, deceduto il 23 marzo è stato sepolto nel campo dei “senza famiglia” del cimitero Maggiore di Milano. Ma una famiglia invece l’aveva: due figlie, tre sorelle e numerosi nipoti. Facciamo un passo indietro. Quattro giorni dopo la morte, il 27 marzo 2020, una delle figlie riceve una telefonata da una dottoressa del Fatebenefratelli, dove l’uomo era ricoverato, che le comunica il decesso della madre. Con stupore la figlia comunica alla dottoressa che la madre era deceduta molto tempo prima e che avevano già avuto la notizia del decesso del padre qualche giorno prima.
Per una serie di disguidi e per il cambiamento dell’ordinanza che modificava la disciplina sulle sepolture che ha accorciato i tempi per l’inumazione dei defunti da 30 a 5 giorni, decisione dovuta all’accumularsi di salme negli ospedali, il professore è finito nella lista dei deceduti ai quali le famiglie sono “disinteressate”. Ed è quindi stato sepolto al Campo 87 nella tarda mattinata del 4 aprile, dodici giorni dopo la morte. Potrà essere riesumato solo tra due anni, ancora a spese del Comune, e a quel punto collocato dove vuole la famiglia.
Il Campo 87:
https://fivedabliu.it/2020/04/23/coronavirus-milano-per-i-morti-che-nessuno-ha-reclamato-ci-sono-una-croce-e-un-nome-al-cimitero-maggiore-cosi-lassessore-cocco-smentisce-le-voci-sulle-fosse-comuni-al-campo-87/