A Minneapolis brucia anche la libertà di stampa: arrestato in diretta e poi rilasciato un reporter afroamericano della Cnn

Ammanettato durante la diretta degli scontri per la morte di George Floyd, rimasto soffocato durante un fermo di polizia

Minneapolis – Grida alla “violazione del primo emendamento” sulla libertà di stampa la Cnn dopo l’arresto del suo reporter, il giornalista afroamericano Omar Jimenez, ammanettato insieme a tutta la troupe mentre riferiva in diretta dalle proteste a Minneapolis e dopo essersi chiaramente identificato come reporter. Nelle immagini del fermo diffuse dalla Cnn, si sente la voce di Jimenez chiedere: “Perché sono in arresto?” mentre l’operatore continua a riprendere, ma il reporter viene ammanettato senza ottenere risposta. La diretta finisce con la videocamera che cattura le immagini da terra dopo il fermo del cameraman.

George Floyd ucciso dalla polizia di Minneapolis
George Floyd ucciso dalla polizia di Minneapolis

Le proteste che incendiano la città nascono dallo sdegno per la morte del 46enne George Floyd, ennesima vittima afroamericana, soffocato lunedì 25 maggio da un poliziotto che lo teneva in terra con il ginocchio premuto sul collo durante un controllo. Le indagini sull’omicidio sono state affidate all’FBI ma intanto i due poliziotti in pattuglia sono stati licenziati.

Contro i manifestanti che hanno incendiato il commissariato, dove lavoravano gli agenti che hanno ucciso Floyd, sono stati schierati 500 agenti della Guardia Nazionale.

A buttare benzina sul fuoco anche Donald Trump: Twitter ha censurato un suo tweet accusandolo di violazione degli standard sull’esaltazione della violenza. Il presidente aveva scritto che “o il debolissimo sindaco di estrema sinistra Jacob Frey si dà una mossa, o manderò la Guardia nazionale per fare il lavoro che serve”.

Ecco il video dell’arresto del reporter in diretta

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.