Expo 2015, conclusa la battaglia sui conti delle bonifiche: arriva la condanna per la società che inquinò la falda

Un’emergenza pagata con soldi pubblici. Oggi l’area  è soggetta ad un progetto di sviluppo immobiliare in mano a una società privata

MilanoIl Tribunale di Milano ha condannato la società Brenntag, ex Weiss, che inquinava la falda su cui si è svolta Expo 2015, a risarcire le due società pubbliche Expo S.p.A. e Arexpo S.p.A., di tutti i costi sostenuti per la realizzazione e il mantenimento della barriera idraulica di filtraggio delle acque contenenti i solventi clorurati sversati dall’azienda chimica.
La sentenza del 20 maggio scorso ha stabilito che ad Arexpo andranno 
446.630,75 euro mentre ad Expo altri 166.499,03 euro più il rimborso le spese processuali per quanto accaduto tra il 2015 e 2019, quando infine la società responsabile dell’inquinamento – con sede a 100 metri dall’area Expo – si è fatta carico dei costi di mantenimento della barriera idraulica.
Lo 
rende noto il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Monica Forte, Presidente della commissione Antimafia del Consiglio regionale della Lombardia: “Il Tribunale – spiega Forte – ha condannato la società che rilasciava nella falda acquifera solventi clorurati e che era stata individuata a nord dell’area Expo. Sono inquinanti molto tossici per la salute tanto da aver reso necessario un costoso sistema di filtraggio per consentire l’avvio dell’esposizione universale in quell’area. Mi auguro che la decisione del Tribunale costituisca un deterrente, chi inquina paga”.

Oggi l’area  è soggetta ad un progetto di sviluppo immobiliare in mano a una società privata, a vincere il bando aperto da Arexpo, infatti, è stata LendLease.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.