“Arancia meccanica del litorale”: duro colpo alla gang giovanile grazie alla testimonianza di una vittima

Roma – Riconosciuto da un giovane cittadino pakistano, ospite del Centro CARA di Anzio, che era stato aggredito a gennaio fuori dalla stazione ferroviaria di Lavinio, ieri è finito ai domiciliari S.V., delinquente 19enne della gang giovanile che per la sua brutalità è stata soprannominata “L’Arancia Meccanica del litorale”.

L’ANTEFATTO
Chiamata per una violenta aggressione fuori dalla stazione di Lavinio, la pattuglia del commissariato di Anzio si è trovata davanti a una scena da film dei più sanguinosi: 
in sette, i giovanissimi componenti del branco avevano colpito la vittima violentemente con una serie di calci e pugni, fino a fargli perdere i sensi, e poi gli avevano rubato il cellulare. I poliziotti lo hanno trovato così, lasciato in terra esanime, con uno zigomo fratturato. Arrivato al San Camillo il ragazzo pakistano aggredito è stato sottoposto anche a un delicato intervento chirurgico.

IL RICONOSCIMENTO
Una volta guarito e sporta denuncia, alla vittima è stato fatto visionare un album fotografico dove ha riconosciuto uno dei suoi aggressori, un minorenne di Anzio. Anche se giovane d’età, l’assalitore era già noto agli investigatori per un’altra aggressione avvenuta 2 anni fa nei confronti di due fratelli quando, armato di coltello, ne ha colpito uno davanti alla stazione di Nettuno.

Ultimata l’indagine, gli investigatori hanno inviato un’informativa di Polizia alla Procura della Repubblica di Velletri e a quella dei Minorenni di Roma per i complici. Accolta la richiesta del Pubblico Ministero, il G.I.P. del Tribunale di Velletri  ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per S.V., 19enne nativo della provincia di Salerno e residente a Nettuno. Ordinanza che i poliziotti hanno notificato al giovane nella giornata di ieri. I fatti contestati: rapina aggravata in concorso e lesioni personali aggravate.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.