Quei seguaci di Murphy

Agatha Christie

Tre indizi fanno una prova. Lo diceva Agatha Christie, asserendo con precisione: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Per questo mi sono persuaso che nella nostra città, e addirittura nella nostra Liguria ci sia una setta che si sta organizzando e rafforzando. Quella dei seguaci di Murphy.

Ove Murphy, naturalmente, sta per storia delle Leggi di Murphy e trova il suo primo postulatore in un ingegnere aeronautico statunitense, Edward Murphy. Incaricato di verificare la tolleranza del corpo umano all’accelerazione, il suo team aveva il compito di montare 16 particolari accelerometri sul soggetto umano in esame. In particolare, tali accelerometri potevano essere montati in due modi diversi e, sistematicamente, i tecnici incaricati dell’imbragatura, li montavano nella maniera sbagliata. Fu nel corso di tale esperimento che Edward Murphy pronunciò la frase che, diventata ormai storica, fu poi riportata ad una conferenza da John Paul Strapp, medico militare: “Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre ad una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo”. Era il 1949, e tutto deriva dalla prima legge, la più semplice, che dice esattamente così: “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Con una serie di corollari, dieci per la precisione, costanti, chiose postulati e norme assimilabili attribuite ad altri adepti che ne hanno sviluppato il pensiero sempre con riferimento a quello originario.

Lupo Alberto

E così sono persuaso che nella nostra città ci sia una setta trasversale che si sta man mano allargando a macchia d’olio. Agendo e reagendo dando prova ineluttabile della giustezza del primo principio, quel “Se qualcosa può andare male lo farà” da cui deriva tutta una specie di evoluzione basata su un altro principio, quello enunciato da Roberto “Freak” Antoni, cantautore degli Skiantos, e denunciato anche da Lupo Alberto che recita testualmente: “La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo”. Assioma che trova puntuale riscontro evolutivo nel terzo corollario, quello che dice: “Se c’è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo”.

Naturalmente ad ispirarmi questa idea della setta non potevano essere che una serie di episodi, apparentemente casuali e apparentemente slegati tra di loro, su cui sono inciampato visivamente dal mio osservatorio particolare.

Prendete per esempio questa sorta di trattativa in corso da tempo nell’ambito almeno quanto a dichiarazioni avverso al centrodestra per la ricerca e l’individuazione di un candidato alle regionali da opporre al governatore Giovanni Toti lanciato verso la riconferma.

Bene, in quest’ambito la ritualità del ripetersi degli errori può sembrare quantomeno sospetta persino ad un osservatore distratto che eserciti le sue capacità  voyeuristiche addirittura ad occhio nudo.

Tanto per enumerarne qualcuna nell’ambito della trattativa ancora in atto con attitudine allo sfinimento tra il cartello del centrosinistra e quel che resta dei CinqueStelle. Facciamo quattro, ma forse anche di meno.

Ferruccio Sansa

Intanto la discesa in campo di Ferruccio Sansa, giornalista  de “Il Fatto Quotidiano”, candidatura messa lì tanto per distrarre un po’ e con il chiaro intento di bruciarlo, appoggiato e sostenuto, fra l’altro da realtà marginali all’apparato PD, per intenderci, quelle che dall’esterno pontificano, fra complesso di colpa e sfruculiamento di genitali. Quelli che solitamente non pagano la tessera ponendosi come realta’ critica. E parte la solfa/tiritera che giammai prima il candidato, innanzitutto il programma, che costituirà l’abito, poi magari il candidato che dovrà calzarlo a pennello. Solo che nel frattempo, mentre le delegazioni mettono nero su bianco…. e uno, e due, e tre. Avete presente le difficoltà per mettere insieme e limare il programma del governo giallorosso? Ecco, qualche cosa di meno, visto che un canovaccio esisteva già.

A questo punto però, con puntualità svizzera ecco manifestarsi l’assioma, la prima legge di Santo Murphy: “Se qualcosa potrà andare male lo farà”. Perché altri candidati già in campo autonomamente per esclusivo amore di competizione ma esclusivamente per ambizione personale, o soltanto perché estemporaneamente menzionati, decidono di abbandonare la partita alla chetichella, alcuni, quelli che possono contare su un ambito elettorale preciso puntano i piedi. E allora ecco spuntare il primo corollario: “Niente è facile come sembra”, che legato al secondo: “Tutto richiede più tempo di quanto si pensi”, costituisce una buona ragione di questi rinvii di quindici giorni in quindici giorni con continue promesse e palleggiamenti da Genova a Roma e da Roma a Genova.

Ariel Dello Strologo

Sì perché nel frattempo il candidato ufficialmente proposto dalla delegazione del cartello del centro sinistra e proposto al vaglio dei Cinque Stelle non convince, ed anzi magari risulterebbe anche un po’ troppo vicino al vecchio apparato. E quindi corollari quattro, cinque, sei e sette. Rispettivamente: 4)Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto.
5)Lasciate a se stesse, le cose tendono a andare di male in peggio.
6)Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos’altro non vada fatto prima.
7)Ogni soluzione genera nuovi problemi.

Come se non bastasse, con una mossa azzeccata, di resistenza passiva i due più deboli hanno siglato un patto di non belligeranza che sa tanto di sacra alleanza contro quelli che nella coalizione hanno alzato la voce, come spetterebbe, secondo loro, al partito maggioritario. E quindi corollario otto: “I cretini (o supposti tali n.d.r.) sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedir loro di nuocere”.

Sergio Cofferati e Raffaella Paita

Comunque si fa strada anche l’ipotesi delle primarie una sorta di deja vu con la Paita e Cofferati. Con tanto della Seconda legge di Chisholm: “Quando tutto va bene, qualcosa andrà male”.

E relativi corollari:
“1)Quando non può andar peggio di così, lo farà.
2)Se le cose sembrano andar meglio, c’è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto”. Percio’ postulato di Boling: “Se sei di buon umore, ti passerà”.
Già, intanto il vicepresidente del Pd Andrea Orlando e Vito Crimi in rappresentanza dei CinqueStelle continuano nel gioco dei confronti e dei rinvii, mentre l’avversario del centrodestra, governatore uscente e in campo da parecchi mesi continua a giocare al gatto con il sorcio. Chiosa di Otoole alla legge di Murphy: “Murphy era un ottimista”.

Questo su un fronte per il quale spezzo una lancia, che è quella della creatività nella strategia, basata su una conoscenza approfondita dell’intera disciplina.

Toti e Bucci sullo scivolo

Sull’altra barricata vedo piuttosto un po’ di tracotanza, quasi un incaponimento nella ripetitività dell’errore. Frutto probabilmente della perseveranza caratteriale del Nostro. E nella difficoltà a chiedere scusa o a dimostrare un qualsiasi pentimento. Per dire….. inizio’, ma non era il solo con pratica da pinguino spiaggiato su uno scivolo che non scivolava. E ha proseguito con identica determinazione con la pista ciclabile in corso Italia e con i sacchetti in plastica pieni di sabbia a delimitare il dimensionamento sociale tra i bagnanti delle spiagge libere genovesi. Ieri, puntualmente, è accaduto quello che molti genovesi, compresi i rappresentanti dei partiti dell’opposizione in consiglio comunale paventavano.

Ingorgo per la ciclabile

L’ennesimo ingorgone in corso Italia e il trascinamento dei sacchetti di plastica in mare a causa dell’onda lunga, con ulteriore dispersione di plastica. Corollario numero nove: “Per quanto nascosta sia una pecca la natura riuscirà sempre a scovarla”. E dieci: “Madre Natura è un puttana”.

Sacchetti segnaposto in mare

E comunque dedicato a noi che speranzosi seguiamo gli eventi un combinato di filosofia, quella di Murphy, appunto: “ Sorridi…. domani sarà peggio” e la chiosa di Otoole… “Murphy era un ottimista”. Con un pizzico di fideistica fiducia nel futuro da parte mia…. non chiedetemi dove andremo a finire, perché già ci siamo.

Giona

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