Milano – Oltre una tonnellata di droga nascosta in un’intercapedine ricavata all’interno di un box sotterraneo in via Padova. Era il 24 settembre 2018 e quel giorno la Mobile di Milano arrestò il trafficante Fabio Papa con l’accusa di detenzione di stupefacenti.
Primo tassello di un’indagine articolata che ha visto, nell’ottobre del 2019, finire ai domiciliari con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti anche Massimiliano Cauchi.
L’attività investigativa, infatti, ha portato alla scoperta di una struttura criminale che operava nell’hinterland milanese e che importava hashish dal Marocco avvalendosi di un corriere per il trasposto via nave fino alle coste liguri e di altri complici per lo spostamento della droga dalla Liguria alla Lombardia, dove infine veniva stoccata nell’intercapedine del box di Fabio Papa.
Due giorni fa l’ulteriore svolta: in un’abitazione di proprietà di Cauchi a Milano, dietro una parete artificiale ricavata a sua volta dietro a un armadio, gli agenti hanno trovato 28 scatoloni di denaro in mazzette di vario taglio per un valore di 15 milioni di euro.
Sempre nello stesso appartamento ma questa volta dentro a una cassaforte, erano stipati altri 140mila euro.
Infine, occultati nel soppalco di un’officina di proprietà di uno degli indagati, c’erano altri 27mila euro.
La Polizia ha quindi arrestato Massimiliano Cauchi, per cui è scattato l’aggravamento della pena dai domiciliari alla custodia in carcere. Ai domiciliari per concorso i associazione a delinquere sono finiti suo padre Giuseppe Cauchi e un muratore, Carmelo Pennisi, che si occupava della costruzione delle intercapedini dove venivano nascosti droga e denaro.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.