Plastica e oceani: quante bottiglie abbiamo consumato durante il lockdown?

Sono 570 mila le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nelle acque del Mediterraneo, come se ogni minuto buttassimo in mare 33.800 bottigliette. E sono numeri che continuano a crescere: le stime ci dicono che andando avanti così entro il 2050 l’inquinamento dell’area mediterranea sarà quattro volte quello di oggi e che nei mari del Pianeta il peso delle plastiche supererà quello dei pesci.
Terzo materiale umano più diffuso dopo l’acciaio e il cemento, per la sua natura “usa e getta” la plastica è una delle minacce più pericolose per l’ambiente.

Lo abbiamo toccato con mano durante il lockdown: in tre mesi trascorsi in casa 24 ore su 24, abbiamo concentrato tra le mura domestiche tutti i nostri consumi prendendo consapevolezza di quanta plastica venga gettata ogni giorno a partire dalle confezioni di frutta e verdura, fino agli imballaggi, ai flaconi dei detergenti, e alle bottiglie d’acqua di cui abbiamo aumentato sensibilmente il consumo domestico.

Nella fase di isolamento per l’emergenza sanitaria, una famiglia media di quattro persone, con un consumo medio giornaliero di due litri d’acqua a persona, ha utilizzato ben 474,5 bottiglie da un litro e mezzo, cioè 18 kg di plastica.
Questo ha comportato l’impiego di 34,2 kg di petrolio utilizzato per la realizzazione del Pet e di 60,5 kg di CO₂ emessa per la produzione e il trasporto delle bottiglie.
Una famiglia di tre persone, invece, in tre mesi ha consumato 356 bottiglie in Pet da un litro e mezzo, vale a dire a 13,5 kg di plastica, 25,7 kg di petrolio e 45,4 kg di CO₂.
E questo senza contare i flaconi di igienizzanti e disinfettanti.

“Tutto il monouso richiesto per la sicurezza in emergenza rischia di farci fare un passo indietro”. È l’allarme lanciato dagli ambientalisti che oggi, nella Giornata Mondiale degli Oceani, sottolineano “l’importanza di riattivare al più presto tutte le buone pratiche di consumo plastic-free adottate negli ultimi anni, sia in ambito lavorativo che casalingo”.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.