Mirko Nanni, Direttore del Tronco di Genova: “Ci dispiace”
Genova – “Le Gallerie San Paolo della Croce e Rexello sulla A10 a Genova sono tornate nuovamente a due corsie intorno alle 11.00 e questo ha comportato un progressivo smaltimento degli accodamenti. Da pochi minuti infatti il traffico in A10 e A26 verso Genova è tornato regolare. Stamane abbiamo dovuto prolungare di alcune ore la riapertura dei fornici per consentire il completamento dei lavori necessari alla ripresa del traffico, a valle delle attività ispettive eseguite durante la notte. Siamo molto spiacenti per i disagi che si sono venuti a creare agli automobilisti”.
Così, in una nota, il Direttore di Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia, Mirko Nanni, si giustifica per gli ingorghi di questi giorni dovuti ai lavori nelle gallerie.
Autostrade, il Presidente Toti: “Blocco inaccettabile”
Genova – “Ho convocato oggi d’urgenza i vertici di Autostrade in regione dopo le code generate dalla chiusura prolungata, e non comunicata, di una galleria, che ha generato caos su tutta la rete autostradale ligure. Così non va: una cosa è la messa in sicurezza seria, anche se colpevolmente rimandata, altro è imprigionare migliaia di cittadini e immobilizzare tutta la Liguria. È una situazione inaccettabile e noi non staremo a guardare mentre il governo tace e non decide su infrastrutture e concessioni. Abbiamo il diritto di ripartire anche noi”.
Lo ha detto il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, commentando la situazione di grave disagio che si è creata questa mattina sulle autostrade liguri.
La battaglia è solo politica e solo di facciata
Purtroppo la battaglia è solo politica. A Roma c’è un governo PD-5 Stelle che sul ritiro delle concessioni farà poco o nulla. In Liguria si sono alternati per decenni Governi che sulla rete autostradale hanno lasciato fare al concessionario quello che ha voluto, anzi non fare quello che era dovuto.
Che noia però! La solita solfa dei poteri forti che si sostengono e pensano poco ai cittadini? Sì esatto, stiamo proprio parlando di questo. E la dimostrazione è che a fronte di un viadotto nuovo di zecca, abbiamo lasciato che Autostrade semplicemente restaurasse l’elicoidale a cui si collegherà questo progetto di Renzo Piano. Certo, Atlantia, che controlla Aspi, ha sacrificato Giovanni Castellucci per un più “rock e disinvolto” Roberto Tomasi, ma la sostanza non cambia. E ci saremmo meravigliati se avessimo d’improvviso visto funzionare tutto alla perfezione. Le gallerie non sono a norma, i cantieri aperti sono centinaia e spesso senza personale.
Alcuni, con i relativi cambi di corsia, sono addirittura storici. Pensiamo a quei cantieri che hanno da sempre accompagnato le nostre vacanze e le nostre code.
Eppure siamo alle solite, dopo tre mesi di stop al traffico per il fermo dovuto all’emergenza Covid-19 riprende tutto come sempre, con i problemi da risolvere abbandonati sul tavolo. E la politica si rinfaccia le responsabilità sulle concessioni autostradali dandosi reciprocamente la colpa su ciò che doveva essere detto, fatto, deciso, in uno sterile gioco delle parti che lascerà ad Atlantia il suo bancomat, il suo potere e la sua arroganza.
A questo si aggiunge il nuovo pozzo di denaro da gestire rappresentato dalla Gronda, un banchetto di cemento al quale parteciperanno proprio tutti.
Adesso, in tempo di elezioni, si fa bella figura con gli elettori ad alzare la voce contro il responsabile dei 43 morti del Morandi, ma passato il momento delle urne si tornerà a bisbigliare per non infastidire troppo un’azienda che vale diverse manovre finanziarie.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.