RSA Rodano, anziani lasciati morire senza cibo né cure nella casa di riposo degli orrori che falsificava le dichiarazioni di decesso

Milano – Anziani lasciati morire senza terapie, senza cibo, né acqua. Maltrattati. Morti per l’incompetenza di chi aveva anche il coraggio di falsificarne i certificati di morte.
È successo nella RSA “Sereni Orizzonti” di Rodano, alle porte di Milano, costola del “Gruppo Sereni Orizzonti 1 SpA” di Udine che gestisce 5.900 posti letto in diverse strutture sparse per l’Italia, più alcune case di riposo aperte recentemente in Germania e in Spagna.

LE DENUNCE PER MOBBING CHE HANNO SCOPERCHIATO L’ORRORE
Tutto è partito dalle denunce per mobbing di due operatrici sanitarie che nel novembre 2018 hanno segnalato i cattivi comportamenti della capo sala, oggi indagata, e manifestato dei sospetti per la morte di sei ospiti della struttura, deceduti per mancanza di cure.

Le telecamere nascoste dagli inquirenti e le intercettazioni, hanno confermato i dubbi delle operatrici sanitarie e aperto la porta sull’orrore nella casa di riposo milanese e sulle gravi responsabilità della direzione del Gruppo che, dal luglio 2018 (data di apertura della residenza) ha accettato un numero elevato di pazienti in gravi condizioni di salute che avrebbero richiesto assistenze e cure intensive, malgrado la consapevole inadeguatezza delle risorse e delle capacità professionali del personale assunto. Tale carenza si era evidenziata specie negli orari notturni, con la presenza in numerose occasioni di due soli operatori sanitari, in nessun caso personale medico e occasionalmente personale infermieristico.

Nel corso delle indagini, durate fino al febbraio 2019, sono stati contestati a vario titolo agli indagati episodi di maltrattamenti ai danni di 22 degenti: omesse terapie e cure mediche, carenza di idratazione o alimentazione, nonchè deliberata indifferenza verso i bisogni degli stessi, che li ha portati alla morte tra il luglio e il gennaio 2019.

Lo scenario da incubo aperto dagli investigatori li ha portati, nei casi più gravi, addirittura a ricollocare alcuni dei pazienti negli ospedali milanesi.

GLI INDAGATI: L’INFERMIERA CHE FALSIFICAVA LE DICHIARAZIONI DI DECESSO
Sono 8 le persone indagate per il reato di “maltrattamenti contro conviventi in concorso” , due imprenditori, una dipendente amministrativa, quattro medici e l’infermiera capo sala.
A quest’ultima è stato contestato anche il reato di falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici” per aver falsificato in occasioni diverse i Diari Clinici di 2 degenti deceduti nella struttura, registrando circostanze non veritiere ovvero, omettendo di aver effettuato una manovra di bronco-aspirazione che aveva portato al decesso di un degente.
nei confronti della Direttrice Sanitaria pro-tempore e della capo-sala è stato contestato il reato di “falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici” (art 479 c.p.) per aver falsificato in occasioni diverse i Diari Clinici di 2 degenti deceduti nella struttura, registrando circostanze non veritiere ovvero, nel caso dell’infermiera, omettendo di aver effettuato una manovra di bronco-aspirazione che aveva portato al decesso di un degente.

L’INDAGINE PER TRUFFA AGGRAVATA
GIà nell’ottobre del 2019 il “Gruppo Sereni Orizzonti 1 SpA” di Udine era stato al centro di un’indagine della Guardia di Finanza del capoluogo del Friuli che aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per il reato di “truffa aggravata” ai danni di 8 persone, tra cui il titolare della Società, Massimo Blasoni, e una delle indagate di oggi. Blasoni, ex consigliere regionale per Forza Italia prima e per il PdL poi, era finito in carcere.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.