Genova – In tempo di battaglie sociali durante i cortei venivano accesi i fumogeni, quasi sempre rossi, che inaridivano le nostre gole e avevano un odore strano. Ma rappresentavano la cortina che preannunciava l’arrivo di chi pretendeva qualcosa per diritto.
Erano i segnali di fumo che abbiamo visto in centinaia di film, quelli che preannunciavano l’arrivo degli indiani che si ostinavano a voler fermare il “progresso”.
Ma i fumogeni si identificano anche con le partite di calcio, purché vietati e sanzionati, e possono essere un momento di festa ma anche di protesta quando la gradinata li lancia in campo. Poi ci sono fumate più nobili, quelle bianche che preannunciano la nomina di un Papa o quelle nere che avvertono i fedeli che i tempi non sono ancora maturi.
Insomma, il fumo è un segnale per far capire che qualcosa succede, che la vita avanza, che il tempo scorre.
E invece da Roma, dove il polo anti Toti si è riunito per trovare uno sfidante per le regionali 2020, non arriva neanche l’esile fumo di una pipa.
Domina il silenzio in questa fase di raffinata politica e di complessa partita alle carte, dove ognuno fissa i giocatori seduti al tavolo come si fa a poker.
Nella realtà, la compagine ligure e quella romana non sanno che pesci prendere. Già essere ricorsi ai consigli della politica centrale non è un bel segno, ma addirittura non riuscire ad esprimere un nome spendibile, se possibile, è ancora peggio. Perchè poi, dopo il candidato che dovrà andare a sbattere contro i 5 anni di propaganda totiana, ci vorrà un programma condiviso. E gli interessi delle parti in campo sono così diversi che viene da chiedersi su cosa convergeranno.
Certo, tutti contro Toti è un argomento facile, ma per governare 5 anni non è sufficiente. E non si potrà neanche dare la colpa a Renzi, o ai Comunisti o a Beppe Grillo. Il problema è che mancano le idee e continuando così mancheranno anche gli elettori.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.