Vaccino antinfluenzale, si lavora all’ipotesi obbligatorietà: 2.000 famiglie liguri preoccupate scrivono alla Regione

Genova – È allo studio sul tavolo del Ministro della Sanità, Roberto Speranza, l’ipotesi di rendere obbligatorio il vaccino antinfluenzale per la stagione 2020-2021. La proposta, avanzata da alcune Regioni, Liguria compresa, riguarderebbe la fascia d’età a partire dai 60 anni. Fino ad oggi, infatti, il vaccino era soltanto “raccomandato” per gli over 65 e per i bambini con particolari patologie.

ANCHE I PEDIATRI SPINGONO PER L’OBBLIGATORIETÀ
A spingere per l’obbligatorietà anche la Società Italiana Medici Pediatri (SIMPE) che vorrebbe estendere l’obbligo per i bambini dai 6 mesi fino ai 14 anni.
“Chiediamo l’obbligatorietà della vaccinazione antinfluenzale per i bambini da 6 mesi a 14 anni – spiega il  presidente della SIMPE, Giuseppe Mele -. Lo chiediamo ora, per settembre-ottobre, quando normalmente viene emanata la circolare ministeriale che indica le fasce che dovranno essere interessate dalla vaccinazione. Avere la popolazione pediatrica vaccinata nella sua totalità significherà contribuire a comprendere, nel momento in cui si ripresenterà, chi avrà il virus del Covid-19. Questo significa agire sulla patologia di comunità. Un approccio completamente differente da quello utilizzato finora”.

LA PREOCCUPAZIONE DI 2.000 FAMIGLIE LIGURI
In vista di un rientro a scuola all’insegna del vaccino antinfluenzale obbligatorio, 2.000 famiglie liguri scrivono alla Regione.
“È indubbio che l’emergenza abbia favorito l’accettazione di disposizioni sempre più lesive dei diritti e delle libertà, tuttavia è irricevibile e ingiustificata l’introduzione di un nuovo obbligo vaccinale”, commentano nella lettera aggiungendo che “lo è ancora di più per la dubbia efficacia di questa profilassi, alla luce dei report annuali che indicano chiaramente come i preparati vaccinali siano grandemente inefficaci verso la varietà di nuove sindromi influenzali presenti ogni stagione!”.
Quindi attaccano “la narrativa dell’emergenza” e chiedono alle istituzioni di “adeguare le scelte al principio di precauzione” usando “la massima cautela” anche perché “oggi ci troviamo a fronteggiare queste sfide in un contesto privo di dibattito, privo di governance, privo di ogni responsabilità politica e con gravi carenze sotto il profilo giuridico e giurisdizionale. Il ricorso a discutibili alleanze fra pubblico e privato, spesso in palese conflitto di interessi, mina irrimediabilmente la fiducia dei cittadini e testimonia il fallimento della politica e la sua incompetenza”.

Sul piano della salute pubblica le famiglie sottolineano come “la strada intrapresa sia quella verso la mercificazione, la medicalizzazione, la coercizione, la massificazione e la globalizzazione, che allontana sempre di più la persona dal dominio a cui appartiene costituzionalmente – il dominio dei diritti umani – delineando un inarrestabile declino delle istituzioni poste a sua tutela, da quelle nazionali a quelle internazionali”.

La lettera si conclude con un appello: “La politica non può abdicare al suo ruolo, non è al servizio del mercato, né tantomeno agisce sotto dettatura di una scienza riduzionista e priva del suo cuore pulsante, ovvero il libero confronto.
Ci rivolgiamo a Voi che siete i nostri amministratori di riferimento sul territorio: esprimiamo il nostro totale dissenso all’introduzione dell’obbligo della vaccinazione antinfluenzale per qualunque categoria e fascia di età, così come per ogni altro trattamento invasivo di profilassi.
Chiediamo che nella nostra Regione e nel nostro Paese sia pienamente rispettato il diritto di ogni cittadino al CONSENSO INFORMATO, LIBERO E INCONDIZIONATO alla vaccinazione, che sia garantita piena integrazione sociale di chi sceglie di non aderire alla profilassi farmacologica e che sia data piena giustizia a chi ha subito danni da vaccino”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.