Milano – L’indagine condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della GdF milanese sull’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, che ha portato alle perquisizioni di martedì scorso, è in corso da tempo e non è legata alle vicende giudiziarie sull’importazione di mascherine che l’hanno coinvolta ultimamente e che la vedono indagata per frode in commercio per aver importato dalla Cina dispositivi di protezione con “certificato falso”.
Le perquisizioni effettuate, infatti, riguardano un’inchiesta avviata più di un anno fa e coordinata dal PM di Milano Giovanni Tarzia, su due società di import-export, una con sede a Milano, riconducibili all’ex esponente leghista.
Ieri in un’intervista, l’ex Presidente della Camera aveva dichiarato di essere “molto serena e contenta che ci sia molto presto l’opportunità di chiarire bene tutto”, e invece abbiamo appena appreso che si avvarrà della facoltà di non rispondere.
La Pivetti è indagata con altre cinque persone, per una serie di operazioni commerciali, tra le quali la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per riciclare proventi di una maxi
evasione fiscale da parte di Leonardo ‘Leo’ Isolani, pilota ed ex campione di Gran Turismo pure lui sotto indagine.
L’avvocato dell’ex deputata, Mirko Palumbo, stamattina ha anche depositato al Tribunale del
riesame una richiesta di dissequestro dei documenti raccolti dalla Guardia di Finanza martedì scorso durante le perquisizioni avvenute tra l’altro sia nell’abitazione milanese dell’ex parlamentare leghista, in zona Porta Venezia, sia nelle sedi delle sue società.