I provvedimenti sono stati emessi dal GIP di Genova su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Nell’inchiesta sono coinvolti anche i vertici del porto di Rapallo
Genova – I carabinieri di Santa Margherita Ligure, con i militari dei comandi di Genova, Napoli, Caserta, Avellino e Massa Carrara, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone nell’ambito dell’operazione “Caronte”, per lo smaltimento illecito delle carcasse degli yacht distrutti dalla mareggiata dell’ottobre 2018.
Traffico di rifiuti di lusso
La misura cautelare è stata emessa a carico di sette uomini e due donne, alcuni gravati da precedenti di polizia, tra cui imprenditori, avvocati e professionisti nel settore della nautica ritenuti a vario titolo coinvolti nel trasporto, stoccaggio, gestione e smaltimento illecito di rifiuti relativi alle imbarcazioni distrutte dalla mareggiata che ha colpito la città di Rapallo il 29 e 30 ottobre 2018, quando 435 imbarcazioni vennero distrutte o affondate dai marosi. Gli stessi avevano posto in essere un elaborato sistema di gestione illecita dei rifiuti, noncuranti del pericolo ambientale connesso all’inquinamento dello specchio acqueo di Rapallo e di due Siti di Interesse Regionale (S.I.R) nella Provincia di Massa Carrara, con un ricavo di oltre 3 milioni di euro, movimentando e gestendo circa 670 tonnellate di rifiuti non tracciati.
I reati aggravati dal “metodo mafioso”
Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato in concorso, violenza privata aggravata dal metodo mafioso, omicidio colposo, calunnia, illecita concorrenza con violenza e minaccia, e intermediazione illecita di manodopera.
A uno degli indagati sarà applicata la custodia in carcere mentre ad altri sette gli arresti domiciliari e all’ultimo il divieto di dimora nel comune di Rapallo.
Oltre alle misure cautelari personali, l’Autorità Giudiziaria ha emesso un decreto di sequestro preventivo ai fini della confisca per un totale di oltre 3,6 milioni di euro a carico dei soggetti e delle società coinvolte nell’inchiesta.
L’ombra della camorra sul traffico di rifiuti
Secondo gli inquirenti, il ruolo determinante nell’attività illecita era rivestito da Pasquale Capuano, napoletano e pregiudicato per tentato omicidio, che avvalendosi del metodo mafioso e millantando contatti con soggetti appartenenti alla camorra e alla ‘ndrangheta, aveva promosso e gestito l’intera filiera illecita con l’intento di penetrare il tessuto imprenditoriale ligure nel settore della nautica.
Nei guai anche i vertici del porto Carlo Riva
Agli arresti domiciliari è finita pure Marina Scarpino, la direttrice del Carlo Riva, il porto turistico più grande d’Italia.
Indagati anche Andrea dall’Asta, amministratore delegato della società che gestisce il Riva, e Mirko Melzani, responsabile della sicurezza del porto.
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