Dialoghi surreali su una trattativa surreale per un candidato surreale

Lo hanno chiamato “Mister x”. Lo hanno dipinto fantomatico quanto un qualunque paziente zero, anche se, alla fine dei conti, l’untore sembrerebbe essere quell’altro. Quello che da tempo ci ha messo la faccia presentato e presentandosi come il perfetto punto di incontro fra un gruppo di progressisti tristi e la scioglievolezza pentastellata. Poi ci si è messo anche il nome, che sa di mancanza, e la progenie, con il ricordo di un sindaco non propriamente prono alle ragioni della segreteria del partito. Cosicché al momento di dargli il benservito il segretario di allora, che solo nel cognome evocava cortesia, pare che rispose all’uscente che chiedeva riconferma che il partito avrebbe potuto fare eleggere un operaio qualunque di passaggio. Tangentopoli era ormai un ricordo e anche l’esperienza del sindaco ex magistrato poteva essere velocemente catalogata e archiviata nel libro dei ricordi. Belli, oppure anche brutti. Insomma quel cognome, che magari evoca ancora qualche pensiero sgradevole, pare non essere fatto per una seconda occasione.

Ma torniamo a “Mister X”, chiamato così  non tanto perché le sue generalità abbiano bisogno di essere celate e preservate, ma per il fatto che non esista al momento nessuno in grado di calarsi nell’identikit favoleggiato dai progresssisti tristi. E, soprattutto, in grado di mettere d’accordo loro e gli scioglievoli  pentastellati. Insomma, quelle regionali, alla fine, saranno elezioni con frammentazione in cui il candidato del centro destra è in campo da parecchi mesi e via via si sono presentati parecchi outsider. Con tanto di pronostico che ne da’ il numero addirittura in aumento.

Alice Salvatore

Polvere di cinque stelle (cit. Marika Cassimatis) con Alice Salvatore e il suo “Buonsenso”, ma anche, se progressisti e FiveStars non convergessero sui loro nomi, Aristide Fausto Massardo e Ferruccio Sansa finirebbero insieme ad Elisa Serafini, “endorsata” da Raffaella Paita di Italia Viva, per scendere in campo aumentando la confusione nell’orto giallorosso. Ormai colmo di zucche, piene o vuote.

Mister X è quello della copertina che ho scelto per questo articolo facendo riferimento, non a caso, ad un originalissimo fumetto di fantascienza distopica che mischia l’immaginario dei film di Fritz Lang all’art deco, fino all’espressionismo tedesco. Realizzato dai migliori autori americani emersi nel florido periodo degli anni Ottanta (come i fratelli Hernandez, ma anche Neil Gaiman e Dave McKean) è un racconto ambientato in una città la cui bizzarria architettonica conduce gli abitanti alla pazzia. E Mister X è proprio l’architetto infaticabile che ha scoperto questo mistero e cerca di trovare una cura.

Per dire… una città la cui bizzarria architettonica conduce gli abitanti alla pazzia con un Mister X, architetto che cerca di trovare una cura. Comunque, per gli amanti della metafora tra Genova città medaglia d’oro della resistenza governata a lungo dal centrosinistra e la Regione Liguria, ci sarebbe veramente da sbizzarrirsi.

Ferruccio Sansa

Poi, proprio stamane,  ho letto su “Il Secolo XIX” un articolo del collega Andrea Castanini dal titolo “ I fantasmi che lacerano il Pd ligure nella scelta del candidato anti Toti”, con un occhiello ben più intrigante: “La divisione sul nome di Sansa, la missione giallorossa di Orlando e Pinotti e un duello che dura da venticinque anni”. Analisi, quella di Castanini, in cui si ripercorrono venticinque anni di sgarbi e lotte intestine. Più o meno dal 1997, quando il segretario dal nome cortese diede il benservito a papà Sansa, ad oggi. Tratteggiando, sullo sfondo, un giovane grande vecchio ancora saldamente al timone. Che naviga nell’ombra, più o meno a vista. Ancora oggi. Racconta Castanini, tanto per far capire il contraddittorio: “ Militante uno, decenni di carriera nel Pd, uomo senza ruoli ma molto ascoltato: <<A Imperia i nostri elettori non vorrebbero Sansa, a Savona e Vado neanche. Alla Spezia forse sì, ma lo farebbero solo per fedeltà ad Orlando e certo non per convinzione. A Genova siamo divisi>>.

Claudio Burlando
Claudio Burlando

Militante due, d’ansia o certificato, uno che da quindici anni si è ritagliato un ruolo da grillo parlante nobile. <<Nel Pd ligure nonostante le ultime sconfitte non c’è stato un vero rinnovamento. Il problema è che comanda sempre Burlando, anche se dice che ormai fa il pensionato a Torriglia e passa il tempo a raccogliere funghi. Quando ci sono da scegliere i candidati lui c’è, fa e disfa. Finché funziona così, sarà impossibile fare accordi con i CinqueStelle. E vincerà ancora il centro destra>>”. Dialoghi con qualche fondo di verità – anzi più di qualche fondo di caffè da cui intravedere un futuro possibile o plausibile- fra personaggi immaginari che, probabilmente, rappresentano la crasi perfetta, delle varie anime che popolano il campo dei progressisti tristi.

Dialoghi surreali che portati alle estreme conseguenze, con un esercizio di pura fantasia potrebbero essere questi, ispirati alla legge di Murphy per la sinistra. Con sottotitolo evocativo e adatto anche per le prossime elezioni regionali: “Se qualcosa può andare a destra lo farà’”. La più classica estensione di Luiso alla legge di Murphy – “Se qualcosa può’ andare male, lo farà “. Postulato tipo l’estensione di Luiso all’osservazione di Schnatterly : “Se qualcosa non può andare a destra lo farà lo stesso”. Da cui la consapevolezza che tutto sommato occorre dare all’elettorato solo l’impressione di battersi al meglio. Ormai convinti dalla legge di Potter… che dice una grandissima verità. E cioè che “La virulenza della polemica in un argomento è inversamente proporzionale alla reale importanza dell’argomento stesso”. Consultare facebook per credere. E perciò va bene perdere, che in fondo è già scritto, ma dando almeno l’impressione di battersi al meglio e di farlo con onore. Uscendo dal campo a testa alta – si diceva una volta – e guardando l’avversario negli occhi. Sperando magari almeno nell’onore delle armi evitando sonori spernacchiamenti.

Perciò il dialogo surreale portato alle estreme conseguenze, avverrà fra un paio di quindicine di giorni, dopo valzer e balletti, di giovani funzionari e di mezze figure che non porteranno a niente. Per cui i protagonisti dei caminetti saranno costretti finalmente a palesarsi e a scendere in campo per confrontarsi. Luogo dell’incontro l’osteria della Beccassa, contornati da maglie rossoblu. Palesemente  in trasferta gli altri, come si addice ad una delegazione che rende onore al grande vecchio. Una delegazione Samp/spezzina.

Percio’ Claudio, Roberta e Andrea a confrontarsi. Con Claudio, il grande vecchio, che apre le danze. Citando la legge di Attlee: “Democrazia significa governare attraverso la discussione, ma funziona solo se si riesce a far smettere la gente di discutere”. Avvio scivoloso… con colpo d’ala finale.

Roberta e Andrea, però dimostrano subito un certo sano scetticismo e prendono le distanze con la Legge di O’Brien e l’omologo corollario. Dunque: “Niente è mai fatto per buone ragioni”. E, stoccata a Claudio, che dà l’idea di quanto i due lo conoscano da tempo: “Niente è mai fatto per le ragioni che ti raccontano”.

Il grande vecchio mantiene la calma e mette in campo la sua grande esperienza e il suo senso tattico avvertendo i convitati: “ In casi di crisi che obbligano la gente a scegliere tra varie linee di condotta, la maggioranza sceglierà la peggiore possibile”. Legge di Rudin.

Insomma, come dire che la sua linea, sempre la stessa, può vincere, basta omologarsi. A patto di esprimere il candidato peggiore. E a questo punto ci sta che qualcuno dica che l’usato sicuro è sempre più affidabile del “nuovo nuovissimo”. O che “chi sceglie la strada nuova sa quel che lascia ma non quello che trova”.

Primo punto da assegnare al grande vecchio.

Roberta Pinotti

E l’abbinata Samp/Spezia va subito in debito di ossigeno. Perciò parata degna di un ex ministro della difesa con ritirata strategica: “Anche la gente piu’ conservatrice non sa resistere a un cambiamento in peggio”. Legge dell’apertura mentale. E contrattacco guerrigliero dell’ex ministro della giustizia degno di Lapalisse. Percio’ “Osservazione di Compton Burnett”: “Non e’ detto che la maggioranza abbia sempre torto”

È pari e patta. Ma l’ex ministro dei trasporti ha il sussulto del politico di classe, quello passato indenne dai viadotti in contromano e dai treni che sviavano o deragliavano. E insinua: “Ogni politica si basa sull’indifferenza della maggioranza”. Legge di Reston. Poi dritto a cuore dell’altro candidato: “Definizione di Henken sugli idealisti”: “un idealista è uno che, notando che una rosa ha un odore migliore di un cavolo, né conclude che farà una zuppa migliore”. Come dire dai, ragazzi… che non è tutto oro quel che luccica.

Andrea Orlando con il Presidente Mattarella

Disperata difesa del Ministro della difesa e di quello della Giustizia in cerca di giustizia. Rispondono a una sola voce con il “Teorema di Longanesi”: “I fascisti in Italia sono una trascurabile maggioranza”.

Il ministro dei trasporti si lascia trasportare dalla rabbia, si alza, minaccia, impugna il suo bastone da funghi e impreca: “La politica è l’arte di raccogliere voti dei poveri e fondi dai ricchi promettendo di difenderli gli uni dagli altri”. Non è tutta farina del suo sacco, è la definizione di Ameringer.

Il tavolo delle trattative è rotto. Gli alleati Samp/Spezia capiscono che non c’è più spazio. Che bisognerà rimandare il tutto di quindici giorni. Che non esistono i presupposti.

Stefano Farello

Il segretario regionale, che temeva di essere bypassato da fuoriclasse e pluriministri di tal calibro, raggiunto telefonicamente dalla notizia, si rassicura. E mormora a denti stretti tra se e se: “C’è una soluzione facile per ogni problema umano: elegante, plausibile, sbagliata”. Massima di Mencken.

A questo punto nell’attesa che tutto si componga o ricomponga però  la morale è d’obbligo. Legge di Farrow: “Se Dio avesse voluto che noi votassimo ci avrebbe dato per definizione dei candidati”. Che si interseca perfettamente con il teorema di Platone: “Quelli troppo intelligenti per impegnarsi in politica vengono puniti con l’essere governati dai piu’ stupidi”.

Comunque non disperate e statene certi….. si rincontreranno.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.