L’emergenza sanitaria e le norme che hanno stabilito il lockdown per limitare il contagio, hanno fatto invecchiare rapidamente i dati del 2019 sulla povertà in Italia e i numeri del 2020 purtroppo saranno ben peggiori.
È questo l’allarme lanciato dalle associazioni dei consumatori dopo il report sulla povertà 2019 comunicato dall’ISTAT, che ha registrato quasi 1,7 milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta con un’incidenza pari al 6,4%, per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui. Dati sì allarmanti ma che sono certamente al ribasso rispetto a quelli attesi nel medio periodo dopo che i danni dell’emergenza sanitaria saranno computabili con una certa precisione.
Coldiretti, infatti, stima in un milione l’aumento di nuovi poveri per il 2020. Persone che non avranno le risorse per fare la spersa perché hanno perso il posto di lavoro.
Ma scendendo nel dettaglio, vediamo che i nuovi poveri, non da oggi e non solo per colpa del Covid, sono piccoli artigiani e commercianti, o lavoratori senza contratto e con retribuzione in nero. Cittadini che dovranno accedere ai servizi delle associazioni caritatevoli che hanno registrato negli ultimi mesi un aumento del 40% delle richieste di aiuto.
La povertà assoluta coinvolge di più le famiglie numerose e con figli minori.
Nel 2019 si conferma un’incidenza di povertà assoluta più elevata tra le famiglie con un maggior numero
di componenti: 9,6% tra quelle con quattro componenti e 16,2% tra quelle con cinque e più.
Si attesta invece attorno al 6% tra le famiglie di tre componenti, sostanzialmente in linea con il dato medio.
La povertà, inoltre, aumenta in presenza di figli conviventi, soprattutto se minori, passando dal 6,5%
delle famiglie con un figlio minore al 20,2% di quelle con tre o più figli minori.
Anche tra le famiglie monogenitore la povertà è più diffusa rispetto alla media, con un’incidenza dell’8,9%, ma in attenuazione rispetto all’anno precedente, quando era pari a 11,4%.
Nelle famiglie con almeno un anziano l’incidenza di povertà è pari al 5,1%, più bassa, quindi, della
media nazionale; scende al 3,1% se si considerano le coppie in cui l’età della persona di riferimento
della famiglia è superiore a 64 anni (tra le famiglie composte da persone sole con più di 64 anni
l’incidenza sale al 5,7%).
In generale, la povertà familiare presenta un andamento decrescente all’aumentare dell’età della
persona di riferimento: le famiglie di giovani hanno minori capacità di spesa poiché dispongono di redditi mediamente più bassi e hanno minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati.
La povertà assoluta riguarda l’8,9% delle famiglie in cui la persona di riferimento ha tra i 18 e i 34 anni
e il 5,1% di quelle con persona di riferimento oltre i 64 anni.
Rispetto al 2018 l’incidenza di povertà invece scende dall’8,3% al 6,9% per le famiglie con persona di riferimento fra i 45 e 54 anni.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta