Genova – È iniziata oggi alle ore 12 la demolizione del ponte Don Acciai, nel quartiere del Lagaccio da parte di Italscavi, impresa con sede a Scandicci.
Il ponte, chiuso nel settembre 2018 per motivi di sicurezza, sarà ricostruito ex novo nella parte centrale. Conservate invece le due pile laterali. I lavori, per un costo complessivo di 1,8 milioni di euro, termineranno ad ottobre.
La demolizione vera e propria del ponte segue le attività già svolte di spostamento / ricollocazione dei sottoservizi – l’ultima delle quali completata giovedì scorso con l’apertura del nuovo bypass dell’acquedotto – e quelle finali di scarifica del manto di asfalto e smontaggio delle ringhiere, oltre che dell’impianto di illuminazione pubblica.
Storia del ponte e possibili cause del cedimento
La costruzione del ponte, che collega via Bari a via Napoli e più in generale i quartieri di San Teodoro, Oregina e Lagaccio, risale alla metà degli anni Settanta, qualche anno dopo la realizzazione della tombinatura del Rio Lagaccio e il tombamento del bacino idrico artificiale con la demolizione della relativa diga.
Due le possibili cause del cedimento di una pila evidenziato dai monitoraggi compiuti, che erano stati avviati nel 2013 in relazione alla progettazione preliminare dell’intervento di messa in sicurezza.
La prima ipotesi è legata alle fondazioni delle quattro pile, realizzate con i cosiddetti pali “radice”, ovvero pali di piccolo diametro. Una tecnologia che negli anni Settanta era molto innovativa, adottata in via sperimentale e perciò non ancora perfettamente collaudata.
L’altro possibile motivo del cedimento riguarda la quantità dei riempimenti che hanno interessato anche quest’area, dopo il riempimento del bacino del Lagaccio. I 3 metri di terra ipotizzati all’inizio per il riempimento sopra i plinti di fondazione delle pile centrali del ponte sono poi diventati molti di più, circa 12: una quantità eccessiva che probabilmente ha sovraccaricato in modo eccessivo le fondazioni affidate ai citati pali “radice”.
Cosa prevede il progetto e le varie fasi di lavorazione
Il ponte non sarà demolito completamente.
L’ipotesi iniziale di procedere all’abbattimento completo della struttura, vagliata ai tempi della gara per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva (perché legata al rispetto delle previsioni del progetto preliminare), è stata scartata.
Alla fine l’impresa esecutrice ha concordato con il Comune di procedere alla demolizione parziale del ponte per evitare i rischi legati al taglio e allo smontaggio ed accantonamento nelle aree di cantiere delle travi costituenti 2 delle 3 campate centrali.
Le pinze meccaniche abbatteranno interamente le 3 campate centrali dell’impalcato e le relative pile di appoggio 2 e 3, mentre saranno mantenute le due campate laterali con le rispettive pile e spalle di appoggio.
Il nuovo impalcato, collegato alla prima e all’ultima campata, verrà appoggiato su un’unica pila centrale, le cui fondazioni saranno anche più distanti dalla tombinatura del sottostante rio. L’impalcato verrà ricostruito sopra una nuova struttura costituita da speciali travi di Cor-ten, un acciaio speciale anti-corrosione. Terminata la fase di demolizione si realizzeranno le fondazioni e la costruzione della nuova pila centrale. A settembre ci sarà la posa delle travi, quindi la realizzazione del nuovo impalcato fino alla conclusione dei lavori in autunno, quando il ponte sarà nuovamente aperto al traffico.
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