Genova – Fa tappa anche a Genova il generale Antonio Pappalardo, il presidente dei Gilet Arancioni con aspirazioni autarchiche e sovraniste che arriva dritto, dritto dalla prima repubblica.
Nel 1993 infatti, dopo essere stato eletto nelle liste del partito socialdemocratico, è sottosegretario alle Finanze dell’esecutivo Ciampi. Costretto alle dimissioni da parlamentare dopo una condanna per diffamazione, passerà attraverso il Patto di Mariotto Segni, Alleanza Nazionale, il Movimento per le Autonomie del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, per poi tornare al Psdi e diventare alla fine il capopolo dei Forconi.
Sempre pronto a seguire i venti di protesta ma senza centrare più una rielezione, oggi Pappalardo scende in piazza De Ferrari davanti a 200 Gilet Arancioni che contestano il governo di turno, colpevole di aver inventato la pandemia e rinchiuso in casa gli italiani con il lockdown.
Dice delle sue ultime manifestazioni dove è stato denunciato per il mancato rispetto delle norme anticontagio: “A Milano c’erano 7.000 persone. A Bergamo e Brescia ho abbracciato tutti. Vi sembra che mi sono preso il Covid? Finalmente, mi hanno detto, il generale ci toglie i ceppi e le catene”, urla al microfono mentre aggiunge che “Conte è un furbacchione” e poi spiega il perché: “A gennaio improvvisamente il signor Conte dichiara l’epidemia quando ancora in Italia non è morta una sola persona perché già a novembre aveva avviato il Green New Deal che voleva dire vendere l’Italia alle potenze straniere. Il Covid serviva per accelerare questa operazione“.
E le migliaia di morti?
“Sono morti perché erano ultraottantenni. Ma dov’è questa pandemia? Andate a paragonare i morti con quelli dell’influenza normale. I morti per influenza normale che fine hanno fatto?“
Negazionista del Covid-19 ma non solo, fautore del ritorno alla Lira italica, Pappalardo se la prende con il Movimento Cinque Stelle che “mi fa venire da vomitare” perché ha resuscitato il PD per non perdere le poltrone, e poi lancia una proposta ai genovesi: “Togliete la cittadinanza a Beppe Grillo e prendetelo a calci perché è solo buono a dire vaffanculo”. Quindi assicura che “il nostro sarà un movimento diverso, non monolitico ma una federazione di 20 movimenti spontanei che rappresentano davvero il territorio”.
Nel suo lungo comizio, il presidente dei Gilet Arancioni attacca anche i giornalisti che non gli danno spazio nonostante “oggi siamo stati sondati al 15%, alla faccia vostra“ e nonostante i soldi che prendono dallo stato: “Dov’è la RAI?” grida dagli altoparlanti, “eppure il Governo ruba i soldi a noi che non ne abbiamo per darli ai giornalisti. Io darò mille euro a chi butterà la sua televisione dalla finestra“.
Ne ha per tutti il generale che cavalca persino l’onda no vax e sul vaccino anti Covid minaccia: “I parlamentari li mettiamo proni e li punturiziamo tutti quanti“.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.