Genova – In piena campagna elettorale, Matteo Salvini visita il cantiere del nuovo viadotto sul Polcevera “per salutare le maestranze”. Lo fa con lo stile con cui il leader del Carroccio (ma si chiama sempre così?) ha abituato i suoi elettori e quelli del Centro Destra, con un tocco culinario che non poteva mancare nella foto di rito. Così, dopo spiedini, pizza, panini, cipolle e salamelle, e ciliegie oggi è toccato ai canestrelli.
Il nuovo viadotto sul Polcevera è figlio di una tragedia che deriva direttamente dallo scarso controllo che la politica compiacente ha fatto nei confronti di un concessionario che non ha ottemperato ai suoi doveri. Eppure la campagna elettorale perenne lo ha trasformato in un bottino di guerra di amministratori che si sono arrogati una paternità che non hanno.
Le amministrazioni locali, Comune e Regione, sono semplicemente esecutori, anzi Commissari, di una ricostruzione che ha utilizzato le risorse di tutti gli italiani su mandato dello Stato, per rimediare a un danno economico causato da un’azienda privata lasciata completamente libera di fare quello che ha voluto, ma colpevole di un danno umano irreparabile.
Secondo quale principio, poi, un qualsiasi senatore possa andare a visitare e salutare le maestranze di un cantiere, risulta un mistero. E in questo clima che di sobrietà genovese ha ben poco, l’ipercinetico leader della Lega (ma è sempre il Carroccio?) ha avuto anche parole dure contro società Autostrade, la stessa concessionaria che oggi mette in ginocchio un’intera regione e che nel 2006 ha elargito alla Lega Nord 150 mila euro. Naturalmente Autostrade non ha favorito solo la Lega Nord ma praticamente tutti i partiti. E quindi si capisce perché ha ancora ben salde le concessioni. Non si morde la mano di chi ti dà da mangiare.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.