Genova – Slittato per l’emergenza sanitaria, l’appello-bis di oggi per i sei morti dell’alluvione del 4 novembre 2011 ha condannato a tre anni l’ex sindaco Marta Vincenzi, a tre anni e quattro mesi l’ex assessore Francesco Scidone e a tre anni e quattro mesi anche l’ex comandante della polizia Locale, Gianfranco Delponte.
La Vincenzi era accusata di omicidio plurimo, disastro colposo plurimo, falso e calunnia, ma per quest’ultima accusa era stata assolta.
Secondo l’accusa, la mancanza madornale di politici e tecnici fu quella di non chiudere tempestivamente le scuole nonostante il grado di allerta 2. Dalle indagini poi emerse che “gli uffici comunali di protezione civile avevano ricevuto notizie allarmanti già alle 11 mentre il rio Fereggiano esondò intorno all’una”. In quelle due ore ci sarebbe stata la possibilità di evitare la tragedia ma nessun accorgimento “venne messo in atto”, scrisse il PM.
Ad aprile 2019 la Cassazione aveva confermato le responsabilità penali degli imputati ma aveva rinviato alla Corte d’Appello per riformulare le condanne.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.