Genova – Code per chiusure di viadotti a rischio, gallerie a rischio, barriere antirumore a rischio.
Muoversi sulle autostrade liguri è diventato un viaggio a ostacoli e oggi che Autostrade ci spiazza sempre con qualcosa d’altro, si torna a parlare di Gronda.
In politica, sui social e nei bar, favorevoli e contrari si scannano sul passante di Genova a colpi di analisi costi-benefici mentre si scatena la polemica sulla revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia, la stessa che però dovrebbe costruire la nuova bretella e ottenere in cambio una proroga della concessione per quattro anni, dal 2038 al 2042.
Le solite questioni di un Paese derogato, improvvisato, arrangiato lì per lì, e che dimostra di avere più fantasia di noi.
Eppure c’è una necessità che mette d’accordo tutti: il raddoppio della A7, quella camionale che le ultime analisi del Mit hanno giudicato come l’autostrada più pericolosa d’Italia.
Così, per non lasciarvi solo delle riflessioni sedentarie, l’abbiamo percorsa avanti e indietro con Luigi Sessarego, già ideatore dell’adeguamento del casello di Genova Aeroporto dopo l’emergenza seguita al crollo del Morandi, che ci ha spiegato l’ipotesi di Autostrade per l’Italia (ASPI) e la sua visione alternativa.
Prima tappa: Genova-Ovest
Nel progetto di ASPI, le due gallerie storiche che oggi sono in entrata verso nord, avranno entrambe solo un senso a scendere verso Genova, in direzione sud. Autostrade, infatti, prevede la costruzione di una doppia galleria a fianco di quelle esistenti: le due nuove canne porteranno le auto una in direzione nord e l’altra, a una sola corsia, verso il nuovo ponte sul Polcevera che non avrà più un collegamento con l’elicoidale del Campasso. ASPI, infatti, intende demolire la vecchia infrastruttura che collega A10 e A7 perché nel progetto di raddoppio il tratto che oggi si percorre per Milano, e che prevede sulla destra l’innesto dell’elicoidale, sarà solo a scendere, in direzione sud, e sbucherà nelle due gallerie storiche che dicevamo all’inizio.
Una criticità di questa soluzione è data dal fatto che tutti i veicoli in entrata dovranno selezionare la propria direzione nel tratto brevissimo tra le piste d’ingresso e le nuove gallerie. Oggi, invece, gli autisti hanno a disposizione anche tutto il tratto della San Bartolomeo per capire dove immettersi. In parole povere, chi sbaglia direzione e invece di andare verso Milano prende per il nuovo ponte, diventerà l’ennesimo veicolo che andrà a congestionare il traffico su quella che di fatto è la nostra tangenziale urbana, condannato a girare a vuoto e a corrersi dietro.
Nell’alternativa di Sessarego (lotto 1, tratto in verde) la semibarriera di Genova Ovest resterebbe come la conosciamo. Questo perché i numeri dei flussi dei veicoli da Genova Ovest a Genova Est sono poco significativi e non giustificano la costruzione di due gallerie. La risposta che serve, invece, è che la nuova bretella alleggerisca il traffico di attraversamento tra Genova Aeroporto, Genova Est e Bolzaneto dove la A7 fa da anello di congiunzione delle due valli, la Val Polcevera e la Val Bisagno. In questo caso l’adeguamento andrà a intercettare il 50% del traffico che ogni giorno intasa la cosiddetta “A7 bassa”, e cioè all’incirca 34.000 veicoli per direzione, eliminando dal flusso verso Bolzaneto le auto dirette a Genova Est-Livorno.
Le gallerie in uscita da Genova Ovest restano invariate in entrambi i progetti.
Seconda tappa: Valtorbella e Genova-Est
È uno dei nodi più problematici del progetto di raddoppio ideato da ASPI. Si prevede un’inversione di marcia della carreggiata di A12 che oggi è in direzione Levante, compresa la galleria Sperone. Completata la nuova infrastruttura, tutte le auto su questo tratto avranno direzione nord ovest e la Sperone sarà la galleria che porterà verso Ponente chi entra a Genova Est.
In questo modo ASPI attua una modifica “cosmetica” che crea nuovi flussi da iniettare verso nord per portare le auto all’innesto con la Gronda.
Non solo. In Valtorbella, sotto alla collina di Begato, è previsto il passaggio su viadotto di due gallerie che si incrociano a quote diverse, per convogliare le auto sulla A7 nord e sulla A12 est. Una soluzione molto impattante, con tanti interferiti ed espropriati. Pensate, infatti, che una galleria ha in media una circonferenza di 13 metri e dunque, se contiamo un po’ di soletta, arriviamo a uno scavo che investirà la collina per un’altezza di circa 30 metri.
Nella versione di Sessarego (lotto 2, tratto in blu) la zona della Valtorbella resta pressoché invariata, compreso l’imbocco della galleria Monte Galletto. Il progetto alternativo ad ASPI, infatti, prevede due carreggiate in galleria, in uscita dal nuovo ponte sul Polcevera, una delle quali permette di prendere la via verso nord-Milano o verso Livorno attraverso due svincoli che attraverserebbero in viadotto, e a una quota sola, le attuali corsie della A12. Il secondo lotto andrebbe poi a innestarsi direttamente sul viadotto Bisagno, senza impegnare lo svincolo di Genova Est che resta ad uso e consumo del traffico cittadino.
In questo caso, l’adeguamento della A7 andrà a intercettare il 45% del traffico che ogni giorno insiste sulla A12, circa 20.000 veicoli. Nell’alternativa di Sessarego resta in piedi anche l’elicoidale che servirà a separare il traffico “interno” da quello di attraversamento: le auto dirette a Bolzaneto, infatti, continueranno a percorrere l’attuale carreggiata nord di A7.
Un altro guaio di questa tratta nella versione di ASPI sono le modifiche in entrata allo svincolo di Genova Est. La galleria storica che oggi utilizziamo per andare in direzione Ponente porterà le auto solo verso Milano o Morego, mentre la galleria Sperone, che ASPI prevede di invertire per senso di marcia, sarà destinata a convogliare i veicoli verso Genova Ovest o sul nuovo ponte sul Polcevera. Questo comporta che tutti, camion compresi, dovranno selezionare la galleria che li porti nella direzione giusta entro i 200 metri dello svincolo. Quasi sicuro che saranno in molti a perdere l’orientamento e a vagare sul nodo di Genova cercando la via per Milano.
A questo si aggiunge un problema di sicurezza: in entrata da Genova Est avremo dei veicoli lenti che da sinistra dovranno imboccare la galleria Sperone incrociando sulla destra altri veicoli già avviati.
Nella versione di Sessarego lo svincolo di Genova Est non viene toccato perché il traffico di attraversamento del nodo genovese in direzione Livorno andrà a innestarsi sulla A12 avviata, attraverso gli svincoli in viadotto previsti sotto alla collina di Begato, per poi collegarsi direttamente al viadotto Bisagno. Facciamo un esempio: chi deve uscire a Genova Est, continuerà a percorrere il vecchio tracciato di A12, quello che vedete in giallo nella foto, mentre per uscire a Nervi si potrà utilizzare la nuova bretella, colorata di blu, senza infilarsi nel traffico dello svincolo di Genova Est.
In entrambe le soluzioni, lo svincolo di Genova Est in uscita rimane come lo conosciamo.
Terza tappa: Bolzaneto
Il catalogo delle criticità nella versione di raddoppio del progetto di ASPI, ha il suo limite massimo nella mancata previsione di uno svincolo per il casello di Bolzaneto, il secondo più trafficato del nodo genovese dopo Genova Ovest. L’inversione di marcia di Torbella prevista con la nuova infrastruttura, infatti, costringerà tutto il traffico in transito verso Bolzaneto dalla A10 e da Genova Ovest, porto compreso, a oltrepassare il casello per fare il cosiddetto “Anello di Morego” e tornare indietro, questa volta sì verso l’uscita.
Il percorso non è semplice: prima si prenderà la nuova bretella in direzione nord-Milano, poi si percorrerà un tratto della vecchia A7 per raggiungere il ponte Torrente Secca, quindi dritti nella nuova galleria scavata sotto a Morego che permetterà di invertire la marcia e muoversi sulla vecchia camionale in direzione sud, si oltrepasserà un’altra volta il ponte Torrente Secca e finalmente si troverà l’uscita di Bolzaneto. Facendo un calcolo veloce, saranno almeno 17.000 i veicoli costretti a percorrere l’Anello di Morego. Il più trafficato di tutto il nodo, anche nelle simulazioni del MIT il tratto è sempre colorato di rosso. Con questa trovata, infatti, ASPI sceglie di non separare i flussi di attraversamento da quelli interni e mischia il traffico genovese con quello per Milano.
Un casino ma c’è di più.
Saranno obbligati a fare l’Anello di Morego anche tutti quelli che da Bolzanteto vogliono andare verso Genova Est. La Torbella, lo abbiamo detto, sarà in senso inverso e dunque non si potrà più percorrere la vecchia infrastruttura in direzione Levante. Questo comporterà anche l’abbandono della galleria Rivarolo III che resterà chiusa al traffico.
Nell’alternativa di Sessarego (lotto 3, tratto in rosso) il nodo interno genovese Est-Bolzaneto e Ovest-Ponte Polcevera resta invariato e anzi si prevede un’infrastruttura a doppia carreggiata con innesto in galleria, a nord della Valtorbella, per portare i veicoli sui due ponti Torrente Secca ma senza mischiare i flussi che devono uscire a Bolzaneto con quelli per Milano o Genova Est-Livorno.
In questo caso la nuova bretella intercetta 12.000 veicoli.
Il piano B che ha un vantaggio sui costi
Il 21 agosto 2019 il MIT ha pubblicato l’analisi costi-benefici dell’intera Gronda di Ponente che per 10 anni di lavori prevederebbe una spesa aggiornata complessiva di 4,7 miliardi di euro. Di questi, 1,3 miliardi di euro sono i soldi previsti per l’adeguamento della A7.
L’alternativa di Sessarego prevede una riduzione dell’importo che si aggira intorno al 30%, in conseguenza di un volume di scavo anch’esso inferiore del 30% – da 4,2 milioni di metri cubi si passa a 3,3 – e di una sezione di tutti i nuovi tunnel che è identica.
Il progetto di ASPI per la A7, invece, non armonizza le sezioni e, anzi, prevede gallerie di tutte le misure, alcune persino senza corsia di emergenza.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.