Genova – Alla fine la decisione è arrivata: “Saremo onorati che nella cerimonia siano nominate le nostre vittime, che meritano un posto in prima fila, ma come Comitato non parteciperemo alla Cerimonia di inaugurazione, quel momento in quel luogo non può essere parte di noi.”
I parenti delle vittime del crollo Morandi non parteciperanno alla cerimonia di inaugurazione del nuovo viadotto sul Polcevera che è stato ricostruito a tempo di record sulle macerie di quello che possiamo definire un simbolo alla negligenza. Dopo mesi di discussioni sul fare concerti, dopo mesi di appropriazioni di meriti, dopo mesi di dichiarazioni roboanti e passeggiate varie che hanno rischiato di mettere in ombra il vero motivo per cui si è dovuto ricostruire un ponte, la nota inviata da Egle Possetti, portavoce dei parenti delle vittime del Morandi, mette ordine in una vicenda che troppo spesso ha rischiato di deragliare in una fiera dell’orrido. “Dopo le nostre pressanti richieste e l’importante intervento del Presidente Mattarella, la cerimonia di inaugurazione ha acquisito connotazioni di sobrietà, soprattutto in rispetto di coloro che da quel ponte non sono più tornati.”
Troppe parole, troppi proclami e troppe luci colorate e forse, fatale per la decisione dei parenti delle vittime di non esserci il giorno dell’inaugurazione, l’ultima ridondante passeggiata dei giorni scorsi.
E Se da una parte il ponte progettato da Renzo Piano rappresenta la ricucitura di una ferita, dall’altra sarà sempre una striscia di asfalto che passa sopra un luogo che ha visto morire 43 persone e che abbiamo pure il coraggio di definire “Modello Genova”.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.