Truffe sui servizi a pagamento per i cellulari: perquisizioni e sequestri nella sede legale di Wind Tre, indagati tre dirigenti del gruppo

MIGLIAIA DI CLIENTI TRUFFATI: AI CONSUMATORI VENIVANO ADDEBITATI COSTI PER SERVIZI CHE NON AVEVANO CHIESTO E PER CUI NON AVEVANO DATO IL CONSENSO. INDAGATI ANCHE 3 DIRIGENTI DI WIND TRE

Milano – Numerose perquisizioni e ispezioni informatiche sono state eseguite in questi giorni dai militari della Guardia di Finanza del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e della Squadra reati informatici della Procura di Milano.

Sono infatti migliaia i clienti delle tre più importanti compagnie telefoniche italiane (WINDTRE, VODAFONE e TIM) a cui sono stati accreditati importi non dovuti per attivazioni indebite dei cosiddetti Servizi a valore aggiunto (VAS) sul proprio dispositivo mobile.

Bastava visitare una pagina web, talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari e, senza far nulla (Zero Click), ci si ritrovava istantaneamente abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni settimana o mese in cambio dell’accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro.
Fenomeno illecito che, come dai riscontri acquisiti dal consulente informatico della Procura di Milano, non si è interrotto neppure durante la recente emergenza sanitaria nazionale.

Un business illecito da milioni di euro con opportunità di guadagno anche mediante le attivazioni dei servizi VAS sulle connessioni mobili usate tra macchine per lo scambio di dati (le cosiddette machine to machine, M2M) senza alcun consenso da parte di utenti.

L’indagine, coordinata dalla Procuratore di Milano, Francesco Greco, dal Procuratore Aggiunto Eugenio Fusco e dal Sostituto Procuratore Francesco Cajani, riguarda l’ipotesi di frode informatica ai danni dei consumatori, intrusione abusiva a sistema telematico e tentata estorsione contrattuale commessa da 3 soggetti – alcuni con ruolo dirigenziale – di WINDTRE nonché di aggregatori/hub tecnologici, content service provider (CSP) in concorso tra loro.

Attualmente sono undici le persone indagate mentre 12 sono i milioni di euro già sottoposti a sequestro preventivo. L’AGCOM è stata compiutamente informata. Vi è l’impegno di tutti per interrompere, definitivamente, tale illecito fenomeno.