Abuso di alcol e sballo. La prevenzione non ha funzionato e i “binge drinker” aumentano

L’alcol è uno dei principali fattori di rischio per la salute dell’uomo e la terza causa di mortalità prematura e malattia nell’UnioneEuropea. Ma l’alcol è anche la prima causa di morte per i giovani maschi in età compresa tra i 15 e i 29 anni. Questo il quadro generale da cui prendono piede le statiche dell’ISS dove sono quasi  8,7 milioni il numero di consumatori di alcol a rischio, ovvero che bevono troppo o troppo spesso. Mentre 4 milioni sono i giovani binge drinker, amanti delle abbuffate alcoliche, che si sono ubriacati almeno una volta. 

Binge drinker
l’identikit del binge drinker, il forte consumatore di alcolici e superalcolici  che va alla ricerca dello “sballo” soprattutto nel fine settimana ci rivela che è maschio, giovane e vive al Nord.  Una moda preoccupante, che arriva dai paesi nordici e che si sta diffondendo in Italia , con punte oltre il 24% negli uomini della Provincia autonoma di Trento, dove si registra anche il maggior numero di bevitori fuori pasto. Questi i dati che emergono dal nuovo rapporto Istisan “Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni”, a cura dell’Istituto Superiore e di Sanità che mette in guardia contro “l’incremento di comportamenti a rischio”.

Forti differenze tra Nord e Sud Italia
Il sistema Passi. Al Nord si beve più che al Sud. Se in Trentino i forti bevitori sono il 24% degli uomini nella fascia 18-34 anni e in Emilia Romagna riguarda un giovane su 10, in Campania la percentuale è solo del 3%.

Alcol e sicurezza stradale
Un problema strettamente legato al consumo di alcol, e il riferimento va al consumo in ambito ludico, è quello della sicurezza stradale. Tra chi ha dichiarato di aver guidato un’auto o una moto negli ultimi 30 giorni, circa il 14% si è messo alla guida dopo aver bevuto 2 o più bicchieri nell’ora precedente. Non dimostrano maggiore prudenza neanche i più anziani: la guida sotto l’effetto dell’alcol riguarda infatti il 12% dei 65-69enni. In ambito europeo non va meglio. Ogni giorno sono circa 800 le persone che in Europa muoiono per cause attribuibili al consumo di alcol, inclusi gli incidenti stradali, e di queste, una su 4 ha tra 20 e 24 anni.

Dati allarmanti
In Emilia Romagna il 40% dei binge drinker si è messo al volante sotto l’effetto dell’alcol. Solo in Italia, ogni giorno l’alcol causa 48 vittime, oltre 17.000 in un anno anno. Dall’ictus alla cirrosi epatica, sono oltre 200 le condizioni di salute, anche solo in parte, attribuibili al suo consumo e queste almeno 12 tipi di cancro.
Nonostante ciò, secondo i dati, oltre 5 milioni di persone sopra gli 11 anni hanno dichiarato di aver “abitualmente ecceduto nel consumo di bevande alcoliche” nel 2018.
Inoltre, quasi 16 
milioni di persone sopra gli 11 anni hanno bevuto lontano dai pasti, “in aumento rispetto alle stime precedenti”, soprattutto per quanto riguarda le donne (passate da 19% a 20% tra il 2017 e
il 2018).

Le regioni dell’Italia nord-orientale sono quelle che presentano le maggiori criticità: nel 2018 la percentuale di consumatori di almeno una bevanda alcolica è stata pari al 81% tra gli uomini e
al 62% tra le donne. Nell’Italia meridionale, la prevalenza è invece inferiore al dato medio nazionale e pari,
rispettivamente, al 77% e al 49%. Ci sono poi 65.000 persone dipendenti dall’alcol in carico ai servizi sociali. Ma queste rappresentano appena il 10% della platea di circa 600.000 persone che avrebbero bisogno di un aiuto ma non lo ricevono e non vengono spesso neanche intercettate. La crescita dei
consumatori di alcol “non mostra battute di arresto, anzi si consolida”, sottolinea l’ISS, ed è indice del fatto che “la prevenzione manca e va rafforzata, richiedendo interventi urgenti” e comunque “evidentemente sinora inefficaci”. 

Che cos’è il sistema di sorveglianza Passi?

Nel 2006, il ministero della Salute ha affidato al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità il compito di sperimentare un sistema di sorveglianza della popolazione adulta (Passi, Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia). L’obiettivo è stimare la frequenza e l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di prevenzione. Tutte le 21 Regioni o Province autonome hanno aderito al progetto. Da aprile 2007, è partita la rilevazione dei dati in 20 Regioni. Un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni viene estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. Personale delle Asl, specificamente formato, effettua interviste telefoniche (circa 25 al mese) con un questionario standardizzato. I dati vengono poi trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale. A maggio 2008, sono state caricate oltre 32 mila interviste.

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.