Roma – Vittoria delle associazioni ambientaliste sulla legge tagliaparchi di Regione Liguria.
La Corte Costituzionale, infatti, ha depositato oggi la sentenza che dichiara l’illegittimità di 5 articoli del provvedimento regionale approvato lo scorso anno tra le proteste dei cittadini e degli ambientalisti che avevano manifestato la loro totale contrarietà alla legge, criticando soprattutto il taglio di 540 ettari di territorio nei parchi di Antola, Beigua, Aveto e Alpi Liguri.
Lega Abolizione Caccia, WWF e Italia Nostra, che nel maggio 2020 avevano inviato all’esecutivo la petizione dalla quale è partita l’impugnativa del Governo presso la Corte Costituzionale, precisano in una nota congiunta: “Sono stati censurati dalla Consulta alcuni capisaldi del provvedimento del Consiglio Regionale della Liguria, proposti dall’assessore Stefano Mai, con i quali: si riducevano i confini dei parchi regionali (per circa 540 ettari) di Alpi Liguri, Antola, Aveto, Beigua, senza coinvolgere preliminarmente gli enti parco e gli enti locali; si violava la normativa statale che prevede che il piano del parco prevalga su tutti gli altri strumenti di pianificazione territoriale; si modificava il funzionamento degli organi consultivi , le “comunità del parco” senza demandare tali questioni ai rispettivi statuti (ad esempio stabilendo che il voto di alcuni componenti conti per un peso di tre centesimi); e si cancellavano i riferimenti alle aree protette di interesse locale”.
Non solo.
“La Regione escogita continui espedienti per non bandire concorsi per guardiaparco, previsti sin dal 1995″, proseguono gli ambientalisti che tengono a sottolineare come la Corte Costituzionale “ha inoltre fissato il principio in base al quale le convenzioni dei singoli parchi con associazioni che gestiscono guardie volontarie non possono surrogare gli obblighi di sorveglianza pubblica da parte dell’ente parco”.
“Si tratta di una debacle clamorosa della Regione Liguria”, concludono gli ambientalisti che poi accusano la giunta regionale di “approssimazione” per aver predisposto “una legge regionale raffazzonata e zeppa di violazioni della legge quadro sulle aree protette, con disprezzo per le esigenze di salvaguardia del nostro patrimonio naturale”.
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