Sequestrata stamperia di ricambi d’auto falsi. Due aziende piemontesi coinvolte nella gigantesca truffa. Un giro d’affari milionario. I ricambi d’auto venduti in tutto il mondo
Torino – Vi servono i ricambi per la vostra auto d’epoca ma siete in lockdown e non sapete dove sbattere la testa?
Nessun problema. Basta rivolgersi alle fabbriche del falso perché di certo non sarà un DPCM a fermarle… non esistono!
E in effetti è andata proprio così per due aziende del torinese, scoperte dalla Guardia di Finanza proprio perché hanno continuato a smerciare pezzi di ricambio per auto d’epoca in tutta Italia anche nel bel mezzo delle restrizioni per l’emergenza sanitaria.
La scoperta
Le indagini partono qualche mese fa da San Gillio, un comune in provincia di Torino, dove i finanzieri della Val di Susa scoprono una fabbrica che continua a fare affari con la vendita di autoricambi nonostante il lockdown.
Da qui ad arrivare alle due stamperie il passo è breve: una la individuano poco dopo in pieno centro a Torino, nei pressi di corso Francia, e l’altra la scovano in una zona isolata di Carmagnola, in aperta campagna, dove i Finanzieri scoprono un vero e proprio laboratorio del falso, attrezzato con apparecchiature digitali di ultima generazione.
All’interno del capannone, grazie a questa tecnologia all’avanguardia, si realizzavano ogni giorno migliaia di ricambi per auto e accessori con i loghi delle più note case automobilistiche, anche storiche, ovviamente ignare di tutto e parti lese nella vicenda. Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Porsche i marchi più contraffatti.
Dalle campagne del torinese un grosso giro d’affari internazionale
Grosso il giro d’affari legato all’attività truffaldina messa in piedi dai due imprenditori, con una rete di clienti sparsa per il globo: i ricambi e gli accessori per auto taroccati venivano venduti non solo in Italia ma quotidianamente spediti anche in Belgio, Germania, Olanda e oltre oceano, tra Cile e Stati Uniti.
Il sequestro
Oltre 40.000 sono i ricambi contraffatti sequestrati dai finanzieri nel corso dell’operazione di stamattina. Tutti erano bell’e pronti per essere spediti a ignari acquirenti, convinti, nel corso degli anni, di ricevere pezzi originali come da ordine.
Sotto sigillo anche tutti i macchinari industriali utilizzati per realizzare la frode.
Quanto ai due imprenditori, entrambi cinquantenni italiani, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Torino per contraffazione e frode in commercio.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.