In manette Nicola Ferrara, era il punto di riferimento per i neo convertiti italiani
Milano – “Un uomo anonimo” che si era radicalizzato nel 2015 col nome di Issa.
È quanto si legge nell’ordinanza del GIP milanese, Guido Salvini, che ripercorre le tappe del percorso di Nicola Ferrara, arrestato ieri a Milano dai Carabinieri del ROS per apologia e istigazione all’adesione allo Stato Islamico.
La radicalizzazione dei minori
Pugliese ma residente da una decina d’anni nel capoluogo lombardo la conversione all’Islam di Ferrara, che ultimamente lavorava in un parcheggio a pagamento, inizia dalle sue frequentazioni all’associazione Al Nur, un centro di preghiera di orientamento sunnita dove l’uomo avrebbe avvicinato anche ragazzi minorenni ai quali avrebbe proposto le sue “tesi estremiste”.
Negli ultimi anni, scrive sempre il GIP, si era fatto crescere la barba, indossava vestiti islamici e si era trasformato in un “radicalizzatole mascherato da sapiente”. Nel maggio scorso avrebbe radicalizzato lui stesso un minore che frequentava l’associazione facendo leva sui suoi sentimenti religiosi: “Siamo noi che dobbiamo lottare contro queste persone qua. Loro non vogliono che tu adori Allah”.
Ferrara dunque non era un semplice convertito. “In questi anni”, ha spiegato il capo del pool antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili, “abbiamo notato che quando gli italiani si radicalizzano all’Islam, paradossalmente diventano soggetti più pericolosi e feroci degli islamisti”.
I social media usati per fare proseliti
Sul suo profilo Facebook, dove contava “oltre 2mila amici”, metteva immagini di Bin Laden, delle Torri Gemelle, di Al Bagdadi, di
foreign fighters, di donne col mitra in mano, di bambini armati che giurano di uccidere i “miscredenti”. Facebook non ha mai
segnalato o bloccato l’account, denuncia il PM Nobili, è intervenuta “solo dopo le nostre insistenti richieste”.
La piattaforma ‘Soundcloud’, invece, la usava per brani nei quali risuonavano parole di questo genere: “Il miscredente è
renitente. Versate il sangue della sua giugulare”. Una “esaltazione” continua alla jihad che, scrive il gip, può “fare
breccia nelle menti di giovani più o meno emarginati del mondo occidentale”.
I discorsi d’odio contro l’Occidente e l’esaltazione del Jihad
Il suo “odio per l’Occidente” lo portava a dire, intercettato il 25 marzo quando in Italia morivano centinaia di persone al giorno e si era in pieno lockdown, che il Covid “è una cosa di Allah, una cosa positiva”, perché “la gente sta impazzendo” e per gli infedeli
“tutto l’haram’ adesso è difficile farlo”, ossia sono stati tolti loro i “vizi”, come bere e stare in compagnia.
Ferrara, che progettava di sposarsi, ieri è finito in carcere.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.