‘Ndrangheta in Lombardia: arrestato un consigliere comunale di Busto Arsizio insieme al boss della locale

‘Ndrangheta e rifiuti: un’alleanza che vale oro

Milano – È finito in carcere per l’emissione di fatture false con l’aggravante dell’agevolazione delle cosche Paolo Efrem, consigliere del Comune di Busto Arsizio, coinvolto in un’indagine del GICO e dei Carabinieri Forestali sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel settore dei rifiuti.

Nei guai insieme al consigliere altre quattro persone, accusate pure di estorsione, tra cui il capo della locale di Legnano-Lonate Pozzolo, Vincenzo Rispoli.

L’indagine del GICO e della Forestale

L’indagine – costola dell’operazione “FEUDO” che nell’ottobre 2019 portò all’arresto di 11 soggetti per traffico illecito di rifiuti e al sequestro preventivo di fabbricati, terreni e denaro per oltre un milione e mezzo di euro – ha ricostruito le infiltrazioni della locale di Legnano-Lonate Pozzolo nella società SMR ECOLOGIA Srl, gestore dell’impianto di trattamento rifiuti di La Guzza, a Como.

Grazie alla scelta dell’imprenditore di collaborare, è stato possibile ricostruire un contesto estorsivo che, dal 2014 al 2018, ha visto il patron della SMR ECOLOGIA costretto ad erogare utilità di vario tipo, sia in denaro che tramite l’assunzione di personale.
È stata accertata, ad esempio, l’assunzione forzata del genero del capo della locale di Legnano-Lonate Pozzolo.

Quanto al contante, le consegne avvenivano attraverso la creazione di fondi creati ad hoc con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, o per consulenze fittizie, grazie alla complicità del consigliere comunale.

Il denaro, oltre 100mila euro in un solo anno, serviva a far fronte al pagamento delle spese di viaggio e di soggiorno al Nord Italia dei più stretti familiari di un soggetto all’epoca detenuto e sottoposto al regime di 41 bis.
Da qui il nome dell’operazione: “SPECIAL GUEST”.

Mentre scriviamo, le perquisizioni sono ancora in corso.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.