Erosione delle coste: minacciato il 50% delle nostre spiagge

In 50 anni l’erosione si è mangiata 40 milioni di metri quadrati di spiagge italiane

Quasi il 50% delle nostre coste sabbiose è attualmente soggetto a erosione, un fenomeno che negli ultimi 50 anni si è mangiato 40 milioni di metri quadrati di spiagge.
A lanciare l’allarme su questa emergenza ambientale è Legambiente, che presenta oggi uno studio sullo stato di erosione delle coste in Italia e inaugura il portale dell’Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani.

Un vero e proprio disastro ambientale, sociale ed economico

Analizzando il quadro di come si è evoluta l’erosione delle nostre coste tra il 1970 e il 2020 (partendo dagli ultimi dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con ISPRA e con le 15 Regioni marittime) Legambiente denuncia l’esistenza di un vero e proprio disastro ambientale, paesaggistico, economico e sociale.
“A questi fenomeni si è risposto con una serie a catena di opere rigide – ci sono circa 1.300 chilometri di opere rigide che ingabbiano le nostre spiagge – che hanno risolto poco e solo temporaneamente i problemi locali, spostando invece l’erosione nel senso di scorrimento della corrente longitudinale litoranea di fondo”, commenta Sebastiano Venneri, responsabile turismo e innovazione territoriale di Legambiente.

E in effetti le cause principali di questo scempio sono da attribuire ai cambiamenti introdotti sulle coste negli ultimi decenni dal consumo di suolo, e parliamo sia della costruzione di edifici e di nuove opere infrastrutturali portuali, che delle opere rigide a difesa dei litorali.

Su tutto, il rischio quasi certo che i cambiamenti climatici in atto rendano il fenomeno ancora più drammatico.

Le spiagge indietreggiano di 23 metri

A conferma del problema ci sono i dati elaborati dal geologo marino Diego Paltrinieri, che ci dicono che su circa 8.000 chilometri di litorale oggi sono in erosione ben 1.750 chilometri di coste basse sabbiose. Se poi consideriamo che solo 3.770 chilometri sul totale di 8.ooo sono balneabili, l’impatto risulta ancora più devastante.

Negli ultimi 50 anni, i litorali in erosione sono triplicati: è come aver perso in media 23 metri di profondità di spiaggia per tutti i 1.750 chilometri di litorale in erosione.
Esiste inoltre un profondo dislivello tra Nord e Sud del paese, con picchi fino al 60% in Sicilia e Calabria.
A complicare la faccenda ci sono i 2.250 chilometri di opere marittime portuali: l’alterazione della dinamica litoranea dovuta a questa profonda artificializzazione del litorale, infatti, ha innescato gravi fenomeni di erosione.

Che fare?

“Sono almeno 30 anni che si realizzano anche interventi morbidi, cioè quelli di ricostituzione delle spiagge mediante ripascimenti”, spiega Venneri che poi conclude: “Sarebbe da approfondire in dettaglio la durata e la stabilità di questi ripascimenti, che spesso hanno interessato aree costiere già protette da opere rigide. Da una prima analisi sembra infatti che l’alterazione della dinamica litoranea acceleri la dispersione dei sedimenti riportati. Prima di attuare nuovi rinascimenti, dunque, è necessario recuperare il naturale equilibrio del sistema costiero”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.