Il Governatore: “Ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare strumentalizzazioni”
Milano – Sull’affare dei camici che sta travolgendo l’amministrazione regionale di Attilio Fontana, lo stesso Governatore dichiara in un suo intervento al Pirellone: “Sono tutt’ora convinto che il negozio sia stato del tutto corretto, ma poiché il male è negli occhi di chi guarda ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare strumentalizzazioni”.
Queste le parole per chiarire l’operato di Regione Lombardia sulla fornitura dei camici da parte dell’azienda Dama, società del cognato, Andrea Dini, e per il 10% della moglie di Fontana.
Fontana non era a conoscenza della fornitura a pagamento dei camici
A sua insaputa, una moda tutta italiana, Fontana ha dichiarato di non essere stato a conoscenza della fornitura a pagamento fino al 12 maggio. Fare il bonifico per coprire il costo della fornitura, ha spiegato Fontana, è stata una “decisione spontanea e volontaria, perché il mio legame aveva creato uno svantaggio solo perché l’azienda è legata a mia famiglia”.
Filippo Bongiovanni persona seria
Su Filippo Bongiovanni, l’ex direttore di Aria SpA, la centrale regionale lombarda per gli acquisti, Fontana in Consiglio Regionale ha dichiarato che “in una fase difficile ha svolto il suo compito di civil servant con passione e competenza, e senza mai venire meno alle sue responsabilità”.
Bongiovanni, ora dimissionario, è indagato per turbata libertà del contraente.
Per Fontana, Bongiovanni “è un esempio di pubblica amministrazione che non si muove solo con le logiche difensive, ma che interviene con tempestività quando si presentano problemi per la comunità. Le critiche arrivano da chi aspetta che succedano le cose per poi criticare”.
Non c’è traccia della delibera di donazione
Eppure pare proprio che non ci sia traccia della trasformazione del contratto in donazione. In Regione non si trova alcun atto formale. E quindi non c’è mai stato nessun atto formale della Regione Lombardia che ha trasformato la fornitura di 75mila camici in una donazione da parte della Dama SpA.
Gli inquirenti hanno cercato invano la delibera con la quale la fornitura dal valore di 513mila euro firmata il 16 aprile è stata trasformata il 20maggio in donazione, e sono arrivati alla conclusione che non esiste.