Norcia, opere pubbliche a rilento. Il Comitato per la Rinascita: “A Genova si inaugura il ponte e noi terremotati siamo ancora in stallo”

Il grido d’aiuto di chi vive nella Conca sismica devastata dalla Botta Grossa del 2016

Norcia (PG) – “Il 3 agosto 2020 c’è stata l’inaugurazione del nuovo Ponte di Genova. Un’opera di cui dobbiamo essere orgogliosi come italiani per la rapidità e la qualità con cui è stata realizzata. Per noi terremotati purtroppo è un motivo di rabbia e preoccupazione pensando alla situazione di stallo di tutte le opere pubbliche che interessano Norcia e l’intera zona”.

Inizia così la lunga lettera che il Comitato Rinascita Norcia ha inviato al Premier Conte, al MIT, all’ANAS, al Commissario per la ricostruzione post terremoto, Giovanni Legnini, alla Regione, e ai Comuni degli epicentri sismici del 2016, per segnalare “una serie di criticità e di interventi urgenti, non solo per la rinascita delle zone terremotate, ma anche per la messa in sicurezza di alcuni tratti stradali montani”.

Si tratta di interventi in parte già finanziati e autorizzati negli anni passati e che potrebbero essere un volano di ripresa economica per la Valnerina e per l’intera regione Umbria duramente colpita dalla “Botta Grossa”, la più forte scossa di terremoto registrata in Italia dopo il sisma dell’Irpinia, nel 1980.

“Quanto alla viabilità nella nostra zona – continua la lettera -, si parla di chiudere nuovamente il tratto della S.S. 685 Tre Valli Umbre, tra Norcia e Arquata del Tronto, per i lavori di messa in sicurezza di alcune opere infrastrutturali che inspiegabilmente non sono state fatte in contemporanea ai lavori di riparazione della galleria S. Benedetto durante gli anni di chiusura post sisma.  E dunque a quattro anni dal terremoto su questo tratto di strada ci sono ancora semafori e sensi unici alternati.

Ci saremmo aspettati che in questi anni ci si sarebbe approfittati del ridimensionamento del traffico per dare soluzioni alternative ai tratti pericolosi di questa strada statale. Pensiamo all’allargamento del tratto bivio di S. Scolastica-galleria San Benedetto, o alla variante all’attraversamento dell’abitato di Serravalle di Norcia, tratti stradali dove non è consentito il transito simultaneo di due mezzi pesanti, opere già dotate di progetti condivisi con il Parco Nazionale e l’ANAS.

E stiamo parlando di una strada attraversata da tutti i pullman dei pellegrini che si recano nella terra di San Benedetto e Santa Rita, cioè nel secondo Santuario Devozionale d’Italia.
Oppure della variante in galleria di alcuni tratti tra Biselli e la galleria di Triponzo, opera progettata e finanziata dopo il terremoto del 1997 che causò seri danni e isolò la nostra zona per due mesi, ma mai realizzata.

Il Comitato Rinascita Norcia ritiene che il dramma del sisma dovrebbe essere l’occasione per modernizzare il nostro sistema viario, a partire dal completamento della SS 685 Tre Valli nell’intero tratto che va dalla SS.4 Salaria alla E 45, superando i numerosi tratti pericolosi, comprese le gallerie superiori a quattro chilometri che andrebbero adeguate alle norme di sicurezza europee.

Oppure prevedendo un nuovo asse viario che colleghi le aree più colpite dal sisma del 2016, facendo proseguire la Pedemontana della “Quadrilatero” verso sud sull’itinerario Muccia, Visso, Preci, Norcia, Arquata Del Tronto, Accumoli, Amatrice, Montereale, Pizzoli. E cioè la “Pedemontana degli Epicentri Sismici”.

Purtroppo nel recente Decreto Semplificazione, tra le opere in programma c’è solo la modernizzazione della S.S.4 Salaria, una decisione che ci rende felici, ma che allo stesso tempo ci preoccupa perché esclude dagli interventi la modernizzazione delle altre strade da noi segnalate”.

È un lungo elenco quello del Comitato perché le criticità sono davvero tante e “parlando di viabilità non si può tacere la mancata ricostruzione delle strade comunali ancora oggi rimaste prive di interventi e in uno stato a dire poco vergognoso”.

O ancora la situazione delle Strade Provinciali “dove ci saremmo aspettati, oltre ai consistenti interventi sui tratti più danneggiati dal sisma, una sistemazione della sede stradale di tutta la viabilità in questione, visto che il sisma ha generato il sollevamento del terreno causando numerosi cedimenti, buche, avvallamenti, micro frane, che diventano più evidenti a causa della vetusta del manto stradale che in molti casi risale a qualche decennio fa. Stiamo parlando di strade importanti per i collegamenti viari, come la S.P.477 che collega la stazione sciistica di Forca Canapine al resto dell’Umbria, ma che è strategica per garantire il collegamento con le Marche in caso di chiusura della galleria San Benedetto. Oppure la S.P. 476 che collega da una parte Norcia a Preci e Visso, strada importante in caso di emergenza, quando si ripete la chiusura la SS.685 Tre Valli, ma anche perché porta all’abbazia di Sant’ Eutizio.

Una strada che però ha un punto critico ogni volta che c’è un terremoto, l’attraversamento della frazione di Piedivalle.
È dal sisma del 1997 che esiste un progetto mai realizzato di variante. L’altra direzione della S.P. 476 è quella che da Norcia via Savelli porta sulla Salaria. La strada dei Sabini, la vecchia strada che i nostri padri facevano per andare a Roma”.

Insomma è un grido d’aiuto quello lanciato dal Comitato che “auspica che anche nel nostro territorio si portino avanti le ricostruzioni delle opere pubbliche con la stessa rapidità del ponte di Genova, anche per non farci sentire cittadini di Serie B”.

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