Telegram, ultima frontiera della pirateria multimediale
Bari – Mentre scriviamo, risultato ancora in corso le perquisizioni del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari presso la residenza di alcuni soggetti che sono risultati coinvolti nella diffusione illecita di giornali, riviste ed e-book attraverso canali e gruppi Telegram.
Le indagini
L’operazione, avviata ad aprile, ha coinvolto diverse regioni e si è sviluppata tra Puglia, Campania, Marche e Lazio.
Le indagini hanno finora consentito il sequestro di più di 300 canali Telegram, individuati grazie al continuo e costante monitoraggio degli stessi da parte dei militari della Guardia di Finanza di Bari e “bloccati” grazie alla proficua interlocuzione con i responsabili della piattaforma.
Sebbene Telegram tuteli l’anonimato dei propri utenti, gli investigatori sono riusciti a identificare identificare 8 soggetti, tutti di nazionalità italiana, che a vario titolo sono risultati coinvolti nella distribuzione illecita di copie digitali di quotidiani, riviste nonché e-book e che per tale ragione sono stati oggi perquisiti alla ricerca di ulteriori elementi di prova.
Ciò si è reso possibile grazie a vere e proprie indagini finanziarie “elettroniche” incentrate sull’esame delle tracce telematiche lasciate dagli amministratori dei canali illeciti, e anche grazie alla collaborazione di alcune testate giornalistiche e al supporto della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG).
L’operazione è ancora in corso.
I danni della pirateria editoriale on line
Il mercato della pirateria editoriale è un business molto fiorente che si poggia su una vastissima platea di clienti che lo alimentano, spesso ignari delle conseguenze cui si espongono e dei danni economici che portano ai titolari dei diritti e all’economia nazionale.
La stima delle perdite per i giornali, in effetti, è impressionante: si parla di 400 mila euro al giorno, 144 milioni l’anno.
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