Non per soldi ma per denaro

Jack Lemmon e Walter Matthau

Raggirati e presi in giro

C’è il titolo di un vecchio film in bianco e nero, un cult del regista americano Billy Wilder con attori protagonisti Walter Matthau e Jack Lemmon e varie nomination all’Oscar che sarebbe in grado di sintetizzare benissimo l’attuale momento politico vissuto pericolosamente fra querelle sul distanziamento, sulle mascherine a fasce orarie – o anche no – sulla chiusura delle discoteche, sulla riapertura delle scuole e sui banchi con o senza rotelle, argomenti sui quali è possibile leggere sui soliti social e sui quotidiani disquisizioni e pareri che dicono tutto e il contrario di tutto.

Il titolo del film a cui alludevo, a appena un mese dall’appuntamento elettorale per le regionali, con tanto di polemiche su rimborsi e restituzioni fuori tempo massimo, è: “Non per soldi ma per denaro”. E, anche se la trama di 56 anni fa non avrebbe potuto spingersi fino a tanto – cioè a poter immaginare la surreale situazione attuale dei nostri politici – introduce la fastidiosa sensazione di sentirsi truffati almeno un po’. Nel film un onesto operatore televisivo viene colpito da un muscoloso giocatore di colore durante una telecronaca. Il cognato, un truffaldino avvocato, lo convince a simulare la paralisi per ottenere un indennizzo astronomico dall’assicurazione. Solo che, nel caso specifico, ad essere raggirata sarebbe una ricca società’ di assicurazioni americana. Nella realtà tocca di sentirsi presi in giro, almeno un po’, a cittadini, elettori… e potenziali elettori. Tutto ciò a causa del modo di operare e pensare di alcuni nostri politici – non tutti per carità – sempre pronti a favorire i propri interessi personali, quelli del Marchese del Grillo e del celebre “Io sono io e voi non siete un ….. “.

Alice Salvatore

Il bombardamento di Alice

Succede così che dopo l’esplosione della fastidiosa vicenda del bonus Inps di 600 euro mensili, poi salito a mille euro, per chi ha una partita Iva, bonus previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio per sostenere il reddito degli autonomi richiesto anche da parlamentari e consiglieri regionali nonostante disponessero di ottime retribuzioni per le loro attività politiche Alice Salvatore, ex leader dei CinqueStelle regionali con trasferimento e fondazione di un proprio gruppo “Il Buonsenso”, in cui è stata seguita dal collega Marco De Ferrari, l’ex leader pentastellata bombardi la giunta per conoscere i nomi di chi avrebbe deciso di intascarsi i soldi senza anteporre alla  richiesta un ragionamento di mera opportunità istituzionale.

Tanto  più che il consigliere leghista Alessandro Puggioni, incalzato a quanto pare anche dal segretario Matteo Salvini, chiede scusa e rinuncia alla candidatura per le prossime regionali. Ma Alice Salvatore non molla e una settimana fa fustiga il leghista di Savona con un post sulla sua pagina elettorale in cui cita Berlinguer e la questione morale: “Bonus 600 euro. Le scuse della Lega sono false e ridicole

Dopo lo scandalo del bonus dei €600, che doveva andare alle famiglie più bisognose e invece è stato intascato anche da alcuni parlamentari e consiglieri regionali come Alessandro Puggioni della Lega, sono giunte puntualmente le scuse.

Ne abbiamo sentite di ogni: da chi ha affermato che erano stati presi per poi poterli devolvere in beneficenza a chi ha ammesso candidamente di aver fatto una stupidaggine e cerca di chiedere scusa.

Il punto è che le scuse arrivano nel momento in cui si è stati scoperti, dopo che la questione è uscita sui giornali e i nomi sono stati fatti. Le giustificazioni della Lega sono ridicole nel loro contenuto e totalmente false nelle loro intenzioni. Il partito dei 49 milioni e dei diamanti, insomma, continua a manifestare ampi problemi di correttezza.

Il problema fondamentale è la moralità: nonostante aver preso quel denaro sia tecnicamente lecito a fronte della legge che è stata realizzata, esiste una questione morale che ci riporta alla mente Enrico Berlinguer: “Senza la questione morale in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude”, diceva in una intervista.

Quali sono i valori e il comportamento delle persone che dovrebbero gestire l’interesse della comunità?”.

Edoardo Rixi e Alessandro Piana

Richiesta di rendere pubblici i nomi

Il giorno successivo concretizza l’attacco con una lettera al Presidente del consiglio regionale Alessandro Piana in cui chiede che vengano acquisiti ulteriori elementi: “Con la presente lettera il gruppo del Buonsenso chiede a tutti i consiglieri regionali della Liguria di autorizzare la pubblicazione dei dati personali relativi all’eventuale percepimento dei bonus elargiti durante l’emergenza sanitaria e restituire quanto indebitamente percepito. Come noto molti politici hanno chiesto e ottenuto il pagamento del bonus di 600 euro che sarebbe dovuto essere destinato ai soggetti in reale difficoltà economica, mentre parlamentari e consiglieri regionali non possono lamentare questo disagio, dati gli elevati compensi percepiti.

Alla luce della normativa vigente sappiamo tutti che non si tratta di un illecito, né tantomeno di un reato, ma risulta eticamente sbagliato e politicamente deplorevole chiedere un sussidio assistenziale quando non ci si trova in situazioni di necessità, come purtroppo invece successo a molti cittadini e imprese.

Prima dello scoppio di questo scandalo, solamente il gruppo del Buonsenso aveva proposto di devolvere l’indennità per gli spostamenti dei consiglieri regionali che vivono fuori Genova, e che durante il periodo di quarantena ovviamente non avevano diritto ad usufruirne, ai centri contro la violenza sulle donne.

La proposta non è stata accolta da tutti i gruppi consiliari, fatto di per sé già ridicolo, ma ciò che è più grave è quanto accaduto negli ultimi giorni nei quali si è scoperto che alcuni professionisti, in carica come consiglieri regionali in Liguria, hanno beneficiato di un bonus riservato alle partite IVA in difficoltà, in modo indegno per il ruolo e la funzione assolta in rappresentanza dei cittadini.

Invitiamo tutti i colleghi a fare come noi, autorizzando direttamente l’INPS e le casse professionali alla pubblicazione dei dati personali, al fine di accertare chi ha effettivamente percepito questi bonus che dovranno essere restituiti o destinati in beneficienza”

Enrico Berlinguer

L’abusata questione morale

Giusto cosi perché poi quando si parla della questione morale citando Il compianto Enrico Berlinguer occorre avere il coraggio di dimostrare di andare sino in fondo. Perciò il giorno successivo sul suo profilo della campagna elettorale da’ comunicazione di aver provveduto a consegnare la lettera e spiega in un post: “Bonus 600 euro. Proponiamo una verifica per tutti i consiglieri regionali. Vogliamo verifiche precise: ci sono altri consiglieri regionali liguri che si sono intascati il bonus di 600 euro? Stiamo preparando una lettera formale che spediremo direttamente al presidente Piana e ai capigruppo, con la fortissima richiesta di un controllo. E’ fondamentale chiarire fino in fondo la situazione, e non possiamo consentire altri comportamenti del tutto “immorali””.

E pazienza se dopo aver scoperto lo scandalo dei 600 euro Covid, ed essersi scagliata contro “furbetti e governo” con un post già il 10 agosto ( “Bonus 600 euro ai parlamentari dimettersi loro e chi ha approvato la legge. Il bonus di 600 euro finito anche nelle tasche dei parlamentari che lo hanno richiesto non è solo segno indecente di mancanza di senso civico da parte di quei soggetti, ma è colpa delle mancanze della legge, scritta male e progettata senza criterio”) è venuto fuori che fra coloro che se ne sarebbero avvantaggiati c’è anche un parlamentare pentastellato genovese. Il trentasettenne Marco Rizzone, imprenditore nel campo della tecnologia turistica. Tanto con i CinqueStelle la Salvatore ha tagliato i ponti da tempo. Aveva sperato di correre come capolista e, a dir laverita era stata anche indicata da Rousseau. Poi però era venuta fuori la questione dell’alleanza con il Pd e altri partiti di sinistra. Capita l’antifona aveva deciso di correre da sola trascinando nella sua avventura anche De Ferrari. E come se non bastasse proprio Rizzone era stato fra i membri della delegazione pentastellata che si era occupato della trattativa con il Pd che avrebbe portato alla candidatura di Ferruccio Sansa. Quindi perché farsi tanti scrupoli. Nemmeno nei confronti del capogruppo dei CinqueStelle a palazzo Tursi Luca Pirondini che nel frattempo si era autodenunciato con una lettera su Facebook, facendo presente che fra retribuzioni dei consiglier comunali e quelli regionali e ancor di più i parlamentari la differenza era notevolissima.

Insomma Alice Salvatore e con lei Marco De Ferrari avevano deciso di salvaguardare il loro futuro in politica trovando un altro percorso e un’altra strada. Tutto legittimo. Solo che poi questo attacco continuo ai furbetti, compresi quelli del partito di primaria appartenenza un po’ di malumore deve averlo creato. Così passata la festa di Ferragosto e gabbato lu santo su “il Secolo XIX “ l’ennesima polemica investe il gruppo dei CinqueStelle e la piattaforma Rousseau. Il titolo dell’articolo di Mario De Fazio ed Emanuele De Rossi, non a caso parla de “La faida dei CinqueStelle” e di “Guerra degli stipendi”.

Marco De Ferrari e Alice Salvatore

“Ridateci quello che abbiamo versato

In parole povere i due de “Il Buonsenso” hanno preteso e ottenuto indietro la parte di stipendio che al momento dell’elezione si erano impegnati a versare al partito. Tutto perfettamente rendicontato nero su bianco. In pratica ogni consigliere sei era impegnato a trattenere mensilmente circa 5000 euro lordi ( più o meno 3200 netti). L’eccedente avrebbe dovuto finire in attività per i cittadini. Salvatore e De Ferrari decidono di trattenere solo 2500 euro netti al mese versando l’ulteriore eccedenza sul conto cointestato a nome dei quattro consiglieri  regionali pentastellati, Fabio Tosi e Andrea Melis e Alice Salvatore e Marco De Ferrari. Questi ultimi chiedono alla piattaforma Rousseau di regolare i conti, cioè la metà di quanto rimane su quel conto. Dopo una lunga trattativa senza molti margini di accordo, anche perché vista l’emergenza Covid molte opere che avrebbero dovuto essere finanziate con quei soldi non verranno fatte. I soldi vengono restituiti in due tranche 49 mila euro e 48 mila. In tutto 107 mila.

Comunque anche in casa CinqueStelle iniziano a volare gli stracci, con pioggia di velenose accuse reciproche. La Salvatore viene dipinta come una talebana a parole che nella pratica si comportava da zarina, divisiva per ambizioni personali, in crisi dopo la fine dell’egemonia di Beppe Grillo che lei ha sempre definito l’Elevato. Lei da parte sua accusa Melis e Tosi di non essere stati regolari nei pagamenti con Rousseau (Melis) e di aver calcato la mano sui rimborsi chilometrici (Tosi). Con spiegazioni e risposte piccate da una parte e dall’altra. Stracci che volano e aria pesante. Alice Salvatore è costretta a pubblicare un post in cui affronta le questioni di Tosi e Melis: “LA TRASPARENZA PRIMA DI TUTTO

Basta dare spazio ad altri furbetti alla Marco Rizzone, vediamo i casi Tosi e Melis del M5S Liguria.

fonte: tirendiconto.it aggiornata al 18/08/2020”

Suggerisco rifornimento di popcorn e patatine.

Alice Salvatore e Beppe Grillo

Quelli con l’apriscatole

E questi erano quelli che non volevano professionisti della politica, un mandato e via, avanti un altro. Poi Luigi Di Maio ha introdotto il mandato “Zero”. Ora si parla apertamente di deroghe e secondo mandato. Vedi Virginia Raggi. Ma erano anche quelli, come diceva l’Elevato Beppe Grillo nel 2013, “ Apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno. Scopriremo tutti gli inciuci, gli inciucetti e gli inciucioni. Quando illumini un ladro il ladro non ruba più”.

Io credo che sia meglio terminare con un trittico di aforismi di Ennio Flaiano ( i primi due) e Marcello Marchesi. Sociologico il primo ma molto calzante vista la querelle e i nostri politici politicanti: “Ci lusinga di più il cieco favore della fortuna che il riconoscimento dei nostri meriti.”
Irridente, ma adatto a tutta la storia il secondo “I ricchi vanno aiutati, abbiamo già troppi poveri”.

Quella di Marcello Marchesi è una constatazione sempre valida sino a che è esistita l’ideologia e la questione morale. Quella a cui faceva riferimento in un primo momento anche Alice Salvatore. Entrambi temi in declino ai tempi della politica fluida. Dove molte ideologie si pigliano e si somigliano: Diceva già tanto tempo fa Marcello Marchesi: “La rivoluzione si fa a sinistra, i soldi si fanno a destra”. Insomma la sinistra e allo sbando e comunque anche alla rivoluzione dell’antipolitica ormai nessuno ci crede più. E tutti pensano ai soldi. Non per soldi… ma per denaro. E su tutta la vicenda potremmo calare il sipario con un sottopancia in cu sia evidenziata la frase di Balbontin che ha creato tante polemiche a Sansa: ” Tutti bulicci con il culo degli altri”.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.