La moglie Yulia scrive direttamente a Putin: “Ha bisogno di cure mediche specialistiche in Germania”
È rimasto bloccato in Siberia il dissidente anti Putin Alexey Navalny, che ieri ha avuto un malore su un volo tra la Siberia e Mosca, pare dopo aver bevuto un tè prima di salire sull’aereo.
I responsabili dell’ospedale di Omsk, dove è ricoverato in terapia intensiva dopo che il capitano ha effettuato un atterraggio di emergenza, riferiscono che non è stato trovato “nessun veleno” nel suo sangue, e parlano di un non ben precisato “disordine metabolico” forse causato da un “calo dei livelli di zucchero”.
A sostenere la tesi dell’avvelenamento era stata la sua portavoce, Kira Yarmysh, dichiarando anche che lo staff del blogger ha fatto appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo per ottenere dalle autorità russe l’autorizzazione al trasferimento in Germania per le cure.
Oggi, però, i medici russi hanno bloccato il trasferimento all’estero dell’oppositore di Putin, definendolo “a rischio”. E in effetti i medici specialisti arrivati da Francoforte su un aereo da terapia intensiva per visitarlo, hanno lasciato l’ospedale senza di lui.
La moglie, Yulia Navalnaya, che ha dichiarato ai giornalisti che la polizia e il personale dell’ospedale di Omsk non hanno permesso a lei e all’avvocato della Fondazione Anti-Corruzione Ivan Zhdanov di parlare con i medici, è convinta che il marito non venga dimesso per coprire le tracce di un avvelenamento.
E così tenta la strada di scrivere direttamente a Putin: “Ritengo che Alexei Anatolyevich Navalny abbia bisogno di cure mediche specialistiche in Germania”, ha messo nero su bianco qualche ora fa.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.