Berlino – I medici tedeschi del Charité hanno trovato “tracce di avvelenamento”. Lo riferisce l’ospedale di Berlino dove è stato trasferito Alexey Navalny, dopo i test clinici effettuati sul paziente.
La sostanza rilevata nel corpo del dissidente russo sarebbe una neurotossina e per questo si è reso necessario un trattamento con atropina.
Navalny non sarebbe in pericolo di vita anche se i medici tedeschi non escludono danni a lungo termine.
Che cosa è successo al dissidente anti Putin?
Alexey Navalny, noto per le sue campagne anticorruzione contro alti funzionari del governo russo, ha avuto un malore il 20 agosto su un volo tra la Siberia e Mosca, pare dopo aver bevuto un tè prima di salire sull’aereo.
I responsabili dell’ospedale di Omsk, dove è stato ricoverato in terapia intensiva dopo che il capitano ha effettuato un atterraggio di emergenza, avevano escluso da subito la tesi del veleno parlando di un non ben precisato “disordine metabolico”, forse causato da un “calo dei livelli di zucchero”, e ne avevano bloccato il trasferimento in Germania definendolo “a rischio”.
Il via libera è arrivato solo dopo un tira e molla di 24 ore tra la famiglia e i camici bianchi russi.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.