Coronavirus, le regole per chi rientra e tanta confusione

Un’estate anomala dove le regole anti Covid-19 tengono banco. Con la consueta confusione normativa italiana i viaggiatori devono districarsi tra regole nazionali e distinguo regionali.
Stamattina, 8 viaggiatori sono stati bloccati e respinti all’aeroporto di Firenze dalla Polaria perchè in arrivo da paesi inseriti nella black list poiché considerati ad alto rischio epidemiologico. Le verifiche per il contrasto alla diffusione del Coronavirus nelle ultime settimane hanno fermato alla frontiera passeggeri provenienti da Brasile (quattro), Perù (2),Cile e Repubblica Dominicana, arrivati a Firenze da altri aeroporti europei, dove avevano fatto scalo.
Sono stati 
ricondotti nel paese europeo di provenienza tramite lo stesso aereo col quale erano arrivati. In base al dpcm del 7 agosto 2020, chi proviene o è transitato negli ultimi 14 giorni da paesi con alto tasso epidemiologico può fare ingresso in Italia solo se cittadino Ue o familiare di cittadino Ue con residenza anagrafica in Italia in data anteriore all’entrata in vigore del divieto. Complessivamente, nell’ambito dei controlli relativi al contenimento della diffusione del Coronavirus, sono 20.560 i passeggeri identificati dalla Polaria dal maggio scorso.

Protocolli diversi tra regioni creano confusione per i viaggiatori 

Nell’estate della pandemia di  Covid-19 l’attenzione resta alta non solo per proteggersi dal rischio di contagio, ma per districarsi nella giungla di misure
adottate da governo e regioni per i rientri dalle vacanze. Le regole, non sempre di facile accesso, vengono aggiornate di continuo a seconda dell’andamento dell’epidemia, le regioni
spesso si muovono in ordine sparso e si registrano protocolli diversi addirittura anche tra le singole Asl di una stessa città. I cittadini lamentano una diffusa confusione, difficoltà per seguire le indicazioni e non è raro che nel mese delle ferie in molti abbiano deciso di rinunciare a viaggiare per non rischiare l’isolamento al ritorno.

Rientri dalla Sardegna

Chi ha soggiornato in Sardegna deve bfare il tampone entro 48 ore. La Regione Lazio ha indicato 20 drive-in nella Capitale, altri al porto di Civitavecchia o direttamente negli aeroporti – Fiumicino e Ciampino dove sono disponibili i test con risposta in 30 minuti. Test disponibili anche negli aeroporti lombardi di Malpensa e Milano Linate, e da ieri nello scalo bolognese. A Napoli chi rientra si mette in
fila all’Ospedale Cotugno. In Liguria, nonostante l’aumento dei contagiati di rientro dalla Sardegna nel porto di Genova, il governatore si è opposto all’obbligo di tampone. A Torino si fa
la fila all’Ospedale Amedeo di Savoia.

Cosa fare prima di mettersi in fila al drive-in

Per avere accesso al tampone nella maggior parte delle regioni si consiglia di farsi prescrivere l’esame dal medico curante, il quale si informerà sui contatti sospetti e invierà l’informazione all’Asl di competenza. Chi fa il tampone dopo un contatto sospetto sarà posto in quarantena per 14 giorni, quando eseguirà il secondo tampone. Solo nel caso in cui risulti negativo per la seconda volta potrà uscire dall’isolamento.

Per chi arriva e parte per la Sardegna

Un accordo ancora non c’è, ma al tavolo del ministero della Salute, regioni e governo si incontreranno a
breve per stabilire come gestire i test per chi riparte e per chi arriva in Sardegna.

Rientri da Croazia, Spagna, Grecia, Malta.

Chi nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Italia ha soggiornato in Croazia, Grecia, Malta e Spagna, deve presentare alle autorità una certificazione attestante che, nelle 72 ore antecedenti
all’ingresso nel territorio nazionale o entro 48 ore dall’arrivo si sia sottoposto a un test molecolare o antigenico con esito negativo. In attesa del test si deve osservare l’isolamento fiduciario presso la propria abitazione. Chi invece atterra negli aeroporti italiani, dove sono previsti i kit con tampone veloce, può eseguirlo dopo lo sbarco.

Quarantena obbligatoria

È prevista per coloro che nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Italia abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria.

Arrivi da paesi extra europei

L’ingresso in Italia da tutti gli Stati che non fanno parte dell’Ue o dell’accordo di Schengen è consentito solo per “comprovate esigenze lavorative di assoluta urgenza, motivi di salute, comprovate ragioni di studio, rientro presso il proprio domicilio”

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