Genova – La campagna elettorale sta per entrare nel mese delle elezioni. Il 20 e 21 settembre, infatti, saremo chiamati ad esprimere un voto su chi dovrà governare per i prossimi cinque anni la regione Liguria, oltre che sul referendum confermativo del taglio dei parlamentari.
La campagna elettorale viaggia su toni dimessi, spesso superficiali e con pochi contenuti, benché ci siano molti aspetti che si potrebbero e anzi dovrebbero approfondire. La sanità è il principale capitolo di spesa di tutte le regioni e soprattutto, dopo l’emergenza Covid-19, il comparto che ha messo in evidenza una grande quantità di problematiche che ad oggi restano irrisolte. I malati oncologici genovesi devono ancora raggiungere l’ospedale di Savona per alcune terapie, e l’approvvigionamento dei DPI non è per nulla chiaro a che punto sia.
Senza considerare che tra pochi giorni riapriranno le scuole e sembra che le amministrazioni locali non abbiano ancora deciso come gestire il servizio di trasporto pubblico nelle ore di punta.
Detto questo lasciamo parlare i sondaggi.
Tra una pizza proletaria e un aperitivo a “Santa”, tra gli incontri con i contadini e un piatto di trenette al pesto, il sondaggio del Sole 24 Ore vede Giovanni Toti sul tetto del gradimento e Ferruccio Sansa in cantina.
Toti non vuole confronti
Giovanni Toti ha rifiutato un paio di confronti “in presenza”, come è di moda dire di questi tempi, con Ferruccio Sansa e francamente è comprensibile. Perchè rischiare di dover giustificare che senza l’intervento del comitato di Lungomare Canepa lo Scassi sarebbe collassato per mancanza di DPI? È vero che si può sempre dare la colpa a qualcun altro, ma è meglio girare al largo dai discorsi difficili da affrontare. Come i costi “reali” della nave ospedale che non siamo mai riusciti ad avere nonostante le reiterate mail inviate alla ASL3.
O l’aver fatto poco o nulla per integrare e coordinare il trasposto su gomma e ferro. O per aver acquistato a una cifra importante il terreno agli Erzelli per costruire il nuovo ospedale del Ponente senza valutare che la gara poteva andare deserta come in effetti è accaduto.
La candidatura di Ferruccio Sansa è arrivata tardi e la sua campagna elettorale è iniziata con quasi cinque anni di ritardo rispetto a quella di Toti. Sì perchè del “presidentissimo” si può dire di tutto ma sa fare comunicazione politica in maniera ineccepibile.
In più nel programma di Sansa, nonostante la sua carriera di giornalista sia stata impegnata nelle inchieste contro le mafie, c’è poco in termini di interventi decisi e decisivi, per interrompere l’egemonia della “‘ndrangheta” . E come in tutte le tornate elettorali si torna a parlare di beni sottratti alla mafia citando quelli stra abusati dei Canfarotta. Anche perchè ci saremmo aspettati che nel suo peregrinare per la Liguria di Ponente, Sansa spendesse qualche parola per gli imprenditori che sono falliti o sono in difficoltà, proprio per le infiltrazioni e le collusioni tra politica e mafie. Certo, farlo da giornalista è più semplice, alzo zero, documenti alla mano, e fuoco a volontà.
Da politico che deve accettare le liste dagli alleati senza poter mettere becco è tutta un’altra storia. Soprattutto se gli alleati sono gli stessi di cui hai scritto nella sua”vita precedente”.
L’incontro con Nicola Morra e le critiche della Casa della Legalità
Tra bicchieri di bollicine e toni un po’ dimessi, tra red carpet (di nuovo) e scampagnate, nel calendario di Sansa stamattina era previsto un incontro con Nicola Morra.
Ecco, dal Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta Antimafia ci si aspettava una relazione tecnica indirizzata a tutti e non un intervento “così così” a sostegno di un candidato.
Lo ribadisce anche una nota stampa di Christian Abbondanza, il blogger antimafia della Casa della Legalità, che sferza così il Presidente Cinquestelle: “Ne va della credibilità e autorevolezza dei lavori della Commissione Parlamentare Antimafia che non può essere strumento di una parte o di un partito, bensì ha il dovere di agire in modo indipendente e senza strabismi od opportunismi politici o elettorali. Chi ricopre il delicato ruolo di Presidente di tale Commissione ha quindi l’onere, durante tale mandato, di essere ed apparire super partes”.
E ancora, “se il M5S e Nicola Morra hanno confermato di essere privi del senso delle Istituzioni, usando a fini elettorali una carica super partes, Ferruccio Sansa avrebbe dovuto astenersi dal prendere parte a tale iniziativa proprio nel nome di quel senso delle istituzioni che nel passato indicava essere elemento imprescindibile, ma che ora per la sua campagna elettorale invece risulta sacrificabile”.
Invece non è andata così e, anzi, stamattina forse per aggiustare un po’ il tiro o per far passare un messaggio semplice da capire, Sansa ha rilanciato l’idea dell’assessorato contro le mafie, sapendo benissimo che è solo una foglia di fico.
Non serve un assessorato antimafia che controlli cosa fa l’amministrazione che lo ha istituito. È sufficiente che l’amministrazione sia fatta di persone con caratteristiche morali adeguate e che gli eletti arrivino da liste sulle quali è stato fatto, preventivamente, uno screening dei candidati. E Ferruccio Sansa che è giornalista esperto queste cose le sa.
Nell’incontro si è parlato anche di appalti sui quali Morra ha espresso una posizione netta attaccando Toti: “Ho sentito che qualcuno anche ai massimi livelli qui in Regione vorrebbe eliminare i controlli per velocizzare gli appalti. Guai a farlo, perché purtroppo le mafie sono ormai infiltrate dentro le istituzioni. Piuttosto i controlli vanno velocizzati accelerando il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione”.
Crediamo che il Presidente dell’Antimafia debba rivolgere le sue perplessità su questo tema al Governo in carica, preoccupandosi di controllare che nelle norme sblocca appalti del Decreto Semplificazioni non vengano lasciati portoni aperti alla criminalità mafiosa.
Per chiudere questa giornata non proprio positiva, salvo il fatto che l’allerta meteo non ha fatto danni, è arrivato anche lo spostamento dell’incontro di Sansa con i comitati della Valpolcevera. Messo in agenda per sabato 5 settembre a Fegino, l’incontro non ci sarà. Per quel giorno era già in programma la scampagnata con i giovani e dunque Fegino slitta al 7 settembre.
Sempre che i comitati ci vadano.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.