L’indagine di Milano corre parallela a quella genovese sui famosi 49 milioni spariti nel nulla
Milano – I due commercialisti di fiducia della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, indagati nell’inchiesta milanese sul caso Lombardia Film Commission, avrebbero chiesto all’allora direttore della filiale bergamasca di banca Ubi a Seriate, Marco Ghilardi, di aprire “conti” intestati alle “associazioni regionali” del Carroccio.
È quanto risulta da un passaggio della testimonianza dello stesso direttore dell’istituto di credito che è stato sentito per ben due volte nelle scorse settimane dagli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria della GdF, coordinati dal Procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal PM Stefano Civardi.
Ghilardi, amico di vecchia data del Di Rubba, ha spiegato agli inquirenti che l’operazione di apertura di quei conti intestati alle articolazioni territoriali del partito non andò in portò perché non era ben vista ai piani alti dell’istituto di credito poiché si trattava di conti intestati ad associazioni politiche.
Si tratta di presunti schemi illeciti che fanno correre l’inchiesta milanese in parallelo a quella della Procura di Genova, che indaga sulla sparizione dei famosi 49 milioni di euro. Anche a Milano sono in corso accertamenti su una serie di operazioni sospette, tra cui la compravendita gonfiata di un immobile a Cormano per la Lombardia Film Commission.
Tutte manovre messe in piedi da Di Rubba e Manzoni, che ai tempi erano i revisori contabili della Lega, e dall’altro commercialista, Michele Scillieri.
Dietro segnalazione di operazioni sospette da parte dell’intelligence di Bankitalia, gli inquirenti indagano anche su presunti ‘fondi neri’, con tanto di rogatoria in Svizzera.