Trovata discarica abusiva di pneumatici lungo la strada per Scarpino

Genova – Nonostante le molte telecamere sul percorso verso la discarica per Scarpino qualcuno ha comunque scaricato decine di pneumatici nella scarpata. La segnalazione arriva dalla referente del Comitato “Borzoli e Fegino” Antonella Marras.
Lungo il percorso sono posizionate molte telecamere che potrebbero aiutare nell’identificazione del mezzo.

Le regole dello smaltimento degli pneumatici

Nonostante le previsioni del Decreto Ministeriale 82/2011, che ha cambiato le regole stabilendo che lo smaltimento degli pneumatici non fosse più a carico dei gommisti ma si pagasse anticipatamente, contestualmente all’acquisto degli pneumatici, restano parecchie falle nei meccanismi di regolazione e di controllo dei flussi.

La colpa? L’ostinato ricorso a pratiche illegali da parte di soggetti che stanno infliggendo seri problemi agli operatori onesti.

Il baco dell’illegalità

L’illegalità, in ogni sua veste, è il vero baco del sistema, la causa delle inefficienze che stanno arrecando danni economici enormi agli operatori in regola e paralizzando gli stessi gommisti, l’anello debole della filiera, dove finiscono per essere stoccati nei piazzali e magazzini anche gli PFU (pneumatici fuori uso) irregolari, cioè quelli extra target rispetto agli impegni fissati dai consorzi a inizio anno e che per tale ragione rimangono a terra per troppo tempo.

Così i magazzini e i piazzali si gonfiano di PFU che non dovrebbero esserci, mandando nel panico gli operatori e mettendo pericolosamente in crisi persino il funzionamento della responsabilità estesa del produttore.
Con il paradosso che i depositi stracolmi di PFU generano quasi automaticamente le ispezioni e gli inevitabili sequestri da parte delle forze di polizia, Asl e Vigili del fuoco, magari allertati da cittadini preoccupati e che in buona fede nulla sanno degli intoppi della filiera.

Come capita spesso, dopo il danno la beffa.

Ovvia conseguenza di questo caos è la crescita dei circuiti illegali, dove prendono sempre più piede gli smaltimenti illeciti, estrema ratio per PFU che nessuno vuole e che continuano ad avvelenare il nostro paese.
L’illegalità fa pagare così il suo prezzo più alto.

Una palla al piede

Oltre ai danni ambientali, i danni economici ed erariali sono enormi e rappresentano una terribile palla al piede dell’intero sistema.
Le stime, elaborate dall’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia, fanno oscillare i flussi degli pneumatici messi illegalmente in commercio tra le 30.000 e le 40.000 tonnellate annue. I mancati ricavi relativi al contributo ambientale sono stimabili in circa 12 milioni di euro, mentre l’evasione dell’IVA è valutabile in circa 80 milioni di euro. I circuiti criminali drenano PFU da quelli regolari, compromettendo le economie di scala e le opportunità di molti operatori del recupero. Secondo molti di questi, infatti, la capacità impiantistica nel nostro paese è già in grado di assorbire a pieno titolo anche i flussi in nero, generando valore aggiunto e posti di lavoro.

Combattere l’illegalità vuol dire salvaguardare l’economia circolare dal suo peggiore nemico e impedire il classico fenomeno dell’abbandono incontrollato di PFU, con l’inquinamento e i rischi alla salute che ne conseguono nel caso di roghi.

Un problema non solo italiano

Ovviamente non è un problema che riguarda solo il nostro paese.

Secondo la Commissione europea, l’evasione fiscale dell’IVA messa in piedi da aziende private attive in rete, soprattutto su Marketplace, costa agli Stati membri circa 5 miliardi di euro di mancati incassi, che secondo le previsioni potrebbero diventare nel 2020 più di 7 miliardi.

Una parte cospicua di questo business illegale riguarda gli pneumatici, il cui commercio elettronico soprattutto tramite i canali B2C (business to consumer) è in costante ascesa, anche nel nostro Paese.

Si stima che il valore degli acquisti online in Italia nel 2018 abbia superato i 27,4 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2017. Nel settore dei ricambi e delle gomme nuove l’incremento è stato addirittura del 29% con un valore di oltre 652 milioni di euro.

Tre casi di cronaca tutti italiani

Al di là del commercio on line, sul fronte dell’illegalità, purtroppo, la cronaca è impietosa, richiedendo continui interventi da parte delle forze dell’ordine, su tutto il territorio nazionale, senza eccezioni. Uno dei casi più recenti e eclatanti è quello del settembre 2019, quando la Guardia di finanza di Clusone in Valseriana ha scoperto una maxi-frode fiscale da un milione di euro nel settore del commercio di pneumatici. Nei guai è finito un imprenditore di Parre, in provincia di Bergamo, denunciato alla Procura della Repubblica per aver presentato dichiarazioni Iva fraudolente. Le autorità hanno sequestrato beni e disponibilità finanziarie per circa 300.000 euro. I militari si sono trovati dinnanzi a una frode carosello da manuale, appurando che i documenti di acquisto di pneumatici erano emessi da società che, attraverso specifici approfondimenti investigativi, sono poi risultate essere delle mere “cartiere”, cioè soggetti privi di qualsivoglia struttura aziendale, intestate a “prestanome”, create appositamente per emettere fatture false e consentire di evadere l’IVA.

Non molto lontano da Bergamo, qualche mese prima, i carabinieri di Desio insieme alla polizia provinciale di Monza avevano scoperto vicino al parco delle Groane, a Cesano Maderno, una carroz- zeria completamente abusiva, con annessa discarica abusiva di rifiuti speciali, accatastati su un fondo agricolo. Per la precisione, i militari hanno scoperto quattrocento chilogrammi di oli esausti, dieci fusti da venti litri di pieni di carburante, 225 pneumatici fuori uso, decine di latte di vernici vuote e di pannelli di vetroresina, due bombole di gas vuote e venti metri cubi di rottame. Lo stesso stabile è risultato es- sere abusivo, mentre l’attività sarebbe stata svolta in subappalto di altra carrozzeria, hanno accertato i carabinieri.

Qualche giorno prima e a poca distanza, all’interno dell’area di una officina di Cologno Monzese i vigili del fuoco hanno scoperto una vera bomba ecologica composta da una montagna PFU, almeno 1.600, accumulati alla rinfusa accanto a 6.000 litri di olio combustibile e altre tipologie di rifiuti speciali pericolosi: sarebbe bastata una scintilla per fa divampare un fuoco micidiale.

E questo solo per fare alcuni esempi concreti.

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