Fegino, la rabbia dei commercianti: murati da un cantiere che non finisce mai

Genova – Ancora disagi a Fegino. Quando si parla di questa parte di città non è mai per una buona notizia.
Di quella periferia dimenticata da sempre, si hanno notizie solo per la puzza di Iplom, per le alluvioni e per il traffico infernale.

Stamattina, Enrico titolare di una licenza che lo autorizza a vendere frutta, va al mercato, si rifornisce, carica il furgone e quando arriva davanti al suo negozio per scaricare trova una recinzione. Se proprio vuole portare la merce in negozio deve fare un centinaio di metri, aggirare la recinzione e mettere la frutta sugli scaffali in bella vista. Poi, visto la deperibilità dei prodotti che vende, se la deve mangiare tutta perchè i clienti non possono fare la spesa visto che il negozio non ha alcun tipo di accesso.

I lavori per la messa in sicurezza di via Ferri sono in programma da anni. Spesso fatti male, altri mai iniziati.
La città ha sempre avuto altre priorità, altre zone da privilegiare. Il Rio Fegino è un pericolo costante per gli abitanti che ad ogni allerta meteo sperano di non finire alluvionati. L’alveo del fiume non si può scavare più di tanto perchè nel letto passano i tubi di Iplom.

Ma oggi vogliano soffermarci su come è costretto a lavorare Enrico, imprenditore ostinato di quel quartiere dimenticato che si chiama Fegino.

fp

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.