Nessun provvedimento in due anni, l’avvocato: “Gravissimo illecito disciplinare”
Milano – Un esposto disciplinare contro il Gip di Milano, Stefania Pepe, è stato trasmesso oggi al CSM dall’avvocato Fabio Repici che assiste la famiglia di Bruno Caccia, il procuratore di Torino ucciso il 26 giugno 1983.
Per l’omicidio è stato condannato a febbraio di quest’anno in via definitiva l’ex panettiere Rocco Schirripa, personaggio legato alla ‘ndrangheta e accusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco che uccise Caccia su ordine della ‘ndrina Belfiore.
Una “mezza verità” secondo la famiglia del Procuratore, perché mancherebbero all’appello “i nomi degli altri esecutori e non è stata fatta piena luce su movente e mandante”.
L’avvocato Repici evidenzia nell’esposto che, a due anni dall’udienza, non è stato depositato alcun provvedimento da parte del giudice Pepe in relazione all’opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento a carico di Rosario Pio Cattafi e di Demetrio Latella, anche loro indagati per l’omicidio del Procuratore a seguito di una denuncia della famiglia.
“L’omessa adozione di qualunque provvedimento per il tempo di due anni da parte del Gip presso il Tribunale di Milano, dottoressa Stefania Pepe, e l’omesso intervento di chi su quel magistrato ha doveri e poteri di controllo, al di là dell’eventuale rilievo penale delle condotte omissive, è certamente comportamento che sostanzia macroscopicamente un gravissimo illecito disciplinare”, conclude Repici.
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